Alla inappetenza diffusa dei valori - che realmente possono liberare e pienificare l'uomo - corrispondono appetiti crescenti di cose - che sempre più lo materializzano e lo cosificano e lo rendono schiavo.
Giuseppe Dossetti, "Sentinella, quanto resta della notte?" - commemorando Giuseppe Lazzati, 18/5/94
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Mi lascio ispirare
Siamo soliti sentirci in attesa dell’intervento di Dio: “quando verrà, metterà tutto a posto…” Ma avete mai pensato che forse i termini sono da rovesciare e che sia Dio a passare la maggior parte del suo tempo ad aspettare che ci accorgiamo di lui? Infaticabile il Signore ci chiama, ora con la voce soave dell’innamorato che vuole donarsi e ora con la voce terribilmente forte della sentinella che vuole svegliare chi dorme, mentre un mortale nemico si avvicina.
Questo nostro sonno, questa nostra sordità naturale, a parer di molti, sono oggi rafforzati dal mare di stimoli che ci avvolge: una bulimia di piaceri superficiali pronti al consumo, che produce alla fine una inappetenza alla vita, che porta con sé tra l’altro una insensibilità di fronte alla violazione della dignità dei più deboli.
Ci può forse aiutare a destarci da questo sonno il ritornello di una vecchia canzone di chiesa: “Dio non ha mani, se non le nostre mani”. Badate, lo slogan è efficace ma può forse confonderci. Sarebbe più giusto dire che Dio ha mani e cuore più veri dei nostri, ma vuole che le nostre mani e il nostro cuore entrino nei suoi, diventando presenza visibile del suo operare invisibile. Vita in pienezza, dono dello Spirito, compimento della creazione.
Buona danza!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Ho mai sperimentato in me o negli altri la noia generata dalla bulimia di stimoli commerciali e digitali?
Quale gesto difficile e coraggioso il Signore oggi mi chiede di fare per vincere la mia pigrizia?
Attraverso quale esperienza di vita fondamentale il Signore oggi vuole donarmi gioia?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
19
Settembre
2018
Inappetenza alla vita
commento di Lc 7,31-35, a cura di Marco Colò SJ