Al mattino, quando mi svegliavo, dovevo farmi il segno della croce perché con quel gesto tracciavo il cammino della mia giornata. Infatti, il segno della croce indica tutte le direzioni, in alto, in basso, a sinistra e a destra. In alto significa andare nella direzione del cielo, in basso guardare le orme del nostro cammino, a sinistra seguire la luce dell’oriente e a destra percorrere la via della verità.
Romano Battaglia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,13-17)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Mi lascio ispirare
Mi muovo sulle tue orme e la strada per il cielo si srotola nella quotidianità densa di una vita che accanto a te acquista una profondità diversa. È questione di prospettiva: vista con gli occhi di uno che non teme di sacrificare il suo primogenito, ogni piccola cosa si carica di dignità. È questo tuo sguardo che ti chiedo, è coi tuoi occhi che voglio guardarmi e guardare.
Ti innalzo, Signore, ed è l’unico modo che ho per scorgere la possibilità del cielo. Tengo acceso il desiderio di camminare sui tuoi passi, per seguirti in terra e cielo. Il tuo amore mi rende oggetto e questo mi nobilita. Sono oggetto d’amore e dunque tuo strumento. Ti prego di essere strumentalizzato ed è la prima volta che nel farmi docile mezzo la mia dignità viene innalzata.
Ai piedi della croce, nel tuo amore riscopro non la passività che calpesta l’umanità e ne annienta il valore, ma la pazienza della passione, che trasforma il sopportare il dolore in un supportare la vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale strada accoglie i miei passi quotidiani? Su cosa cammino e verso dove sto andando?
Quando mi sono sentito tramite perfetto dell’amore del Signore? In quale relazione mi sono riscoperto mezzo di grazia?
Nelle mani di chi ho ritrovato invece il tocco di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Settembre
2018
Scorgere la possibilità del cielo
commento di Gv 3,13-17, a cura di Verena M.