Fino a che continuerai a sentire le stelle ancora come al di sopra di te, ti mancherà lo sguardo dell'uomo che possiede la conoscenza.
Friedrich Nietzsche
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 1,45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Mi lascio ispirare
Due dialoghi, il primo di Natanaele su Gesù, il secondo di Gesù su Natanaele: due modi diversi di guardare la realtà. Da una parte lo scetticismo di Natanaele: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”, dall’altra il riconoscimento di Gesù: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Sono i due movimenti con cui di solito guardiamo il mondo: precomprensione e conferma. A partire dallo sguardo che gettiamo sul mondo, cambia il nostro modo di stare nel mondo.
Due modalità che fanno parte della natura umana. Natanaele si interroga sulla realtà che gli viene posta davanti. La sua domanda stuzzica la sua curiosità e il suo desiderio di fare esperienza per conoscere. Tende ad andare verso, a muoversi. Gesù invece penetra la realtà con il suo sguardo benevolo. L’albero di fico rievoca spontaneamente Gen3, quando Adamo ed Eva intrecciano foglie di fico per proteggere la loro nudità e non farsi vedere scoperti da Dio. Lo sguardo di Gesù è quello sguardo che va oltre le foglie di fico e vede la persona che sta dietro e ne coglie la sua bellezza. Tende a svelare, a stare con atteggiamento contemplativo.
Due movimenti che dicono la straordinaria capacità dell’essere umano di conoscere in modo simbolico il mondo circostante. Entrambi sono importanti e si integrano a vicenda: guardare con disincanto trascurando la domanda legittima rischia di farci cadere nell’ingenuità. Così pure affidarsi interamente al dubbio e alla precomprensione scettica dimenticando uno sguardo benevolo sulla realtà facilmente ci chiude nel pregiudizio e in una visione cinica.
La ricomposizione dello sguardo apre a una comprensione più profonda della realtà che diventa luogo dell’incontro tra l’umano e il divino. Ecco che ci viene rivelato l’uomo: colui che sa vedere l’intima connessione tra il terreno e il celeste, tra la materia e lo spirito, tra l’immanente e il trascendente. E il cielo si apre…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come guardi il mondo di solito?
Quale sguardo hai bisogno di rinforzare?
In quale situazione ti è capitato di cogliere la realtà con sguardo unificato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Agosto
2018
Due occhi per guardare meglio!
commento di Gv 1,45-51, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ