Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Sal 84
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 20,1-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Mi lascio ispirare
Un Dio generoso che si pre-occupa che tutti possano lavorare nella sua vigna: all’inizio prevale la percezione di un Dio buono e premuroso. Ed entrando nella parabola non possiamo fare a meno di identificarci con i lavoratori della prima ora. Sembra troppo bello per essere vero: un Dio che si occupa di me, mi dà dignità e valorizza le mie capacità.
Ben presto lo stupore lascia però spazio all’amarezza quando, alla fine della giornata – nel momento in cui ritiriamo la nostra paga – constatiamo il modo bizzarro di trattare i lavoratori senza fare distinzione di sorta. Ci sentiamo doppiamente imbarazzati. Prima di tutto avvertiamo la sensazione che questo Dio ci stia facendo un’ingiustizia. Ma d’altronde è Dio e può fare quello che vuole. In secondo piano, ci sentiamo irriconoscenti nel pensare che Dio non possa elargire i propri beni come lui desidera. Chi siamo noi per insegnare a Dio la giustizia? Eppure non possiamo fare a meno di sentire fastidio per questo trattamento. Qualcosa non torna.
Fatto sta che la parabola ci lascia insoddisfatti. E la domanda retorica che il padrone rivolge agli operai della prima ora non fa che peggiorare le cose. Davvero la bontà di Dio consiste nel dare a ciascuno la stessa paga in modo così indistinto e impersonale, oltre che provocatorio? Il Dio di Gesù Cristo non è come questo padrone della vigna che non considera le differenze e appiattisce tutto. Il Dio di Gesù Cristo è un Dio che guarda ciascuno personalmente e per ciascuno provvede ciò di cui ha bisogno. L’ingiustizia che si genera nel trattamento differenziato viene riassorbita dal suo pagare di persona. Davanti alla sua croce, tutti possono guardare a lui con il cuore gonfio di riconoscenza. E’ lì che avviene la conversione del cuore: gli operai della prima ora si ritrovano fratelli degli operai dell’ultima ora. Questo è il nostro Dio che instaura con ciascuno una relazione personale e intima. Un Dio che è padre, non un dio padrone.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali circostanze ho sperimentato la provvidenza di Dio?
Quando l’immagine di un Dio ingiusto suscita in me lamentela e pretesa?
Come mi sento quando sono in balìa di questa immagine?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Agosto
2018
Giustizia a caro prezzo
commento di Mt 20,1-16, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ