Il nemico si comporta come un falso amante che vuole restare nascosto
Ignazio di Loyola
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,36-43)
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!»
Mi lascio ispirare
Nella casa il Signore spiega il senso delle parabole. È la comunità il luogo di “comprensione” della Parola, quasi a dire che non esiste la possibilità di capire ciò che dice Gesù, se non all’interno della dinamica fraterna, della fatica relazionale. Il Figlio dell’uomo è colui che semina: e qui c’è la seconda buona notizia per noi, egli esce sempre a seminare, non si stanca di evangelizzare il campo del mondo!
Il mondo siamo noi, presi insieme ma anche singolarmente: il mondo sono io e il buon grano e la zizzania fanno entrambi parte del “mio campo”. Anch’io, nel confronto con gli altri, nel servizio ai piccoli, nell’attenzione alla presenza del Signore, sono contemporaneamente figlio del Regno e figlio del Maligno. A volte non è neanche facile capire cosa sono! A volte vorrei fare subito grande chiarezza e dividere definitivamente l’uno dall’altra, ma non si può! Questo non spetta a noi, avverrà alla mietitura, alla fine dei tempi, e sarà affidato agli angeli.
Gesù ci dice di continuare ad ascoltare la Parola nella comunità per non mortificare la speranza e vivere in pace nelle contraddizioni, senza esserne abbattuti o depressi. Inoltre possiamo darci da fare, capendo cosa si muove dentro il nostro campo, attivando un processo (sempre in divenire) di distinzione e di scelta.
Oggi ricordiamo sant’Ignazio di Loyola, maestro della vita spirituale, infiammato d’amore per il Signore, apostolo pronto ad andare ai confini del mondo. Egli ci insegna, con le Regole per il discernimento degli spiriti, come distinguere il grano dalla zizzania, come dare nome “in qualche modo” a ciò che si muove dentro di me, così da scegliere ciò che viene da Dio e respingere ciò che viene dal Maligno. In questo modo anch’io collaboro alla venuta del Regno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando, con la pazienza e i tempi del Signore, ho finalmente potuto distinguere il grano dalla zizzania?
In che luogo della mia vita stanno crescendo contemporaneamente grano e zizzania?
Quale confusione voglio affidare al Signore?
Quale speranza sto coltivando?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
31
Luglio
2018
Questione di discernimento
commento di Mt 13,36-43, a cura di Stefano Titta SJ