Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche
Jean-Paul Sartre
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,32-38)
Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Mi lascio ispirare
Un giovane perde la vita in un incidente stradale. Al suo funerale molti suoi compagni di scuola e di vita sono smarriti, hanno occhi gonfi dal pianto, si cercano per un contatto fisico… ma durante la messa, al momento dell’omelia, evitando gli sguardi altrui, hanno orecchie tese, attendono una parola che accolga il loro dolore e le loro domande e indichi una via per cercare delle risposte. Sono tanti, stanchi, afflitti e sono come pecore senza pastore.
Questa è una delle tante situazioni in cui si percepisce in modo particolare il peso di un silenzio, del vuoto causato dalla morte e dal dolore e allo stesso tempo è tangibile la sete di una parola che guarisca, che lenisca le ferite, una parola di vita… Oggi come allora c’è bisogno di guarigione.
Gesù scaccia il demonio da un muto: ad una persona chiusa nel suo silenzio restituisce il potere di parlare, di narrare… La apre così alla relazione, all’altro. Avere la possibilità di parlare apre infatti al dialogo e all’interno di un dialogo è possibile l’annuncio, non di una verità preconfezionata, ma della possibilità di guardare in modo diverso la stessa realtà. Non a caso dopo la guarigione del muto Gesù continua la sua missione insegnando e predicando, annunciando il vangelo del Regno e estendendo lo sguardo di chi ascolta verso orizzonti più ampi!
E noi? Come ascoltatori di ogni sua parola, abbiamo due possibilità: rifiutare l’annuncio e credere che Egli sia un folle indemoniato, oppure aprire il cuore all’ascolto per stupirci ed esclamare parole di meraviglia, collaborare con la sua missione, accogliere l’invito a pregare che ci siano moltiplicatori della buona notizia!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa fai per chi è stanco e sfiduciato?
In che luogo della tua vita pesa un silenzio non sano?
Con quali parole di vita il Signore ti raggiunge oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Luglio
2018
Il peso del silenzio
commento di Mt 9,32-38, a cura di Lorena Armiento s.a.