Consolare di notte
il gelo della bambina
che dorme disumana
vuol dire accenderle
il cuore risvegliarle
un desiderio di foglie
che cadono, uno
sguardo sulla vecchiaia
della notte, possibilità
del giorno, scaletta
di note illuminate fino all'alba.
C. L. Candiani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 5, 21-43)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Mi lascio ispirare
Vedo i tuoi piedi scalzi, Signore, procedere senza sosta e con dolcezza su terra battuta rossa. Intorno a te mille voci curiose che accorrono per scoprire chi è colui che fa tanto parlare. Dietro di te due cuori sinceri. Li senti, vero? Certo, è per questo che il tuo passo è così lento.
Giairo corre. Corre senza sosta, sgomitando per arrivare a te il prima possibile. Il suo cuore sa che sei tu l’unica speranza, l’unica possibilità di vita. Corre e nella corsa non bada alle vesti che si scompongono, alla gente contro cui si scontra. Non bada nemmeno a quella donna piccola piccola, quasi ricurva, vestita di un abito un tempo rosso vivo, oggi marrone come la terra arida.
Non bada a quella donna velata, di cui solo gli occhi neri come pece, assetati di vita, si scorgono. Giairo corre da te, lei cammina lenta verso di te, quasi ferma, nella speranza di non essere vista, lottando contro un grandissimo “non sono degna, ma voglio vita”. Giairo corre, la donna quasi cade al suo passaggio. E Tu, Signore, rallenti il passo perché senti i loro cuori. Giairo arriva prima, ti fai condurre.
Mentre cammini, la donna ti sfiora il vestito bianco con tanta fede e delicatezza da far rumore. Tu ti blocchi, lei piange sola in una bolla tutta sua tra la folla. La chiami perché esca alla luce, perché così tanta fede luminosa sia testimonianza concreta per chi tra la folla ancora non capisce chi tu sia. Tu la guardi, ti abbassi ai suoi piedi. Le prendi la mano perché possa guardati negli occhi e la aiuti ad alzarsi. E di fronte a tanto amore, a tanta fede, esplode la vita in quella donna che ora veste di abito rosso sgargiante. La guardi andar via, viva e tonda, terra fertile per il tuo amore. Poi ti volti e apri la porta blu della casa di Giairo.
Entri nella stanza della figlia, dove l’unica fonte di luce è una piccola lampada ad olio, accanto al letto della piccola. C’è tanto silenzio, come se tutto fosse fermo. In punta di piedi, ti avvicini a lei. Ti siedi a terra accanto al letto e sorridi felice. La bimba sorride, beata, come se sapesse che tu saresti arrivato a salvarla. Le accarezzi il viso e le dai un bacio sulla fronte, come tua mamma faceva con te da piccolo. Le sussurri di alzarsi con infinita dolcezza. Lei apre gli occhi, ti vede e subito si illumina di vita. Ti salta al collo e ti ringrazia con un abbraccio. Entrambi ridete dalla gioia. Le voci di Giairo e della moglie si uniscono alla tua, Gesù. Il sole finalmente entra dalla finestra, rivelando i colori della stanza. E tutto è rigoglio di vita.
Signore, rendimi cuore aperto alla tua vita, sorriso dolce nell’attesa del tuo volto luminoso quando fa buio. Fai splendere in me la fede, come nella donna di rosso vestita, come il sorriso sulle labbra della bimba. Donami la semplicità della fede della figlia di Giairo e la forza dell’emorroissa nel continuare a camminare verso di te anche nel buio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando hai sperimentato il sorriso della figlia di Giairo sul tuo volto nell'incontro con Dio?
In quale stanza della tua vita vorresti che il Signore portasse vita, oggi?
Quale mano che chiede aiuto vorresti affidare al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Luglio
2018
Lo sguardo della Vita
commento di Mc 5, 21-43, a cura di Martina Pampagnin