Potranno giudicarvi sognatori, non scoraggiatevi, col vostro sorriso e braccia aperte annunciate una nuova umanità
Papa francesco ai giovani (XXXI Gmg 2016)
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 10,7-13)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».
Mi lascio ispirare
Il regno dei cieli non è una dottrina o una teoria. È un modo di vivere. Uno stile con cui abitare il mondo. Per i discepoli – ma in fondo anche per noi – le istruzioni che Gesù dà sono rivoluzionarie. La legge ebraica, con la sua attenzione al puro e all’impuro, tende a escludere infermi, morti, lebbrosi e indemoniati. È una legge di buon senso, preoccupata di custodire e preservare la comunità sociale da possibili epidemie e infezioni. Ma rischia di discriminare le persone, soprattutto chi si trova in una situazione di indigenza, ovvero coloro che hanno più bisogno di aiuto. Gesù invita i Dodici a mettere proprio gli esclusi al centro. Il povero accolto, il malato accudito, lo squinternato voluto bene diventano i segni del regno. Sono questi i cenni che lasciano intravvedere che siamo evoluti a un nuovo livello di umanità, che in noi è in atto una nuova creazione.
E la gratuità è il fulcro attorno a cui questa nuova umanità prende forma: non il senso del dovere o peggio la paura, bensì la gioia che riempie il cuore. Già, perché un cuore aperto e disponibile a dare è anche un cuore aperto e disponibile a ricevere. Non calcola entrate entrate e uscite: semplicemente gode di questo movimento che mette in circolo l’energia dell’amore. E più ne dà, più ne riceve…
Gesù raccomanda ai Dodici che entrano in una città di domandare chi ne è degno e di rimanere lì: l’incontro con l’altro che chiede pace crea un campo concentrico che irradia la pace cercata insieme anche fuori da quella casa. Altre persone ne vengono attratte e vengono coinvolte. Non assoggettandole, non convincendole con le nostre ragioni, non forzando la loro libertà: semplicemente testimoniando la bellezza di vivere così. E chi non è sensibile a questo stile, poco importa: la vera pace non si adira se l’altro non la pensa come noi. Il vero amore è capace di voler bene anche quando non è ricambiato. Perché la sorgente di questo amore non è l’altro, bensì l’Altro…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali discriminazioni ed esclusioni limitano la tua umanità?
Quanto senti attraente l’appello alla nuova umanità del regno dei cieli?
Cosa puoi fare oggi per compiere un piccolo passo evolutivo verso questa nuova umanità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Giugno
2018
Verso una nuova umanità
commento di Mt 10,7-13, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ