Oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
che si prende per mano a battaglia finita,
come fa questo amore che dall'ansia di perdersi
ha avuto in un giorno la certezza di aversi.
Dolcenera, Fabrizio De André
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14, 21-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?» Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Mi lascio ispirare
La domanda a cui riesce a dar voce l’apostolo Giuda è quella che spesso ha attraversato – e probabilmente continua ad attraversare – anche la nostra esperienza di credenti: perché ad alcuni sì e ad altri no? Ecco una delle grandi provocazioni della vita credente, che si rende forte più che mai soprattutto nei nostri spiriti “democratici” ed “egalitari”, per i quali è particolarmente fastidioso fare i conti col fatto che ciò che vale per alcuni non vale sempre per tutti… E soprattutto quando in gioco c’è il fare esperienza dell’amore di Dio che per sua definizione dovrebbe essere offerto a tutti.
Molto significativa è la risposta data da Gesù a Giuda, che di fatto sembra essere una non risposta a questa grande domanda! Il manifestarsi del Signore Gesù come unico volto del Padre non procede secondo “logiche democratiche”, né dando a ciascuno la parte che gli spetta! Ciò può avvenire solo all’interno dell’incontro di storie di vita, fatte di intrecci unici e irripetibili e in cui lo Spirito insegna a ciascuno – educando il linguaggio della propria umanità – a riconoscere il Signore risorto come vivente e operante, là dove c’è un’esperienza di amore gratuito che “dall’ansia di perdersi ha avuto in un giorno la certezza di aversi”.
Forse non sempre e non per tutti in questo amare si manifesterà in modo “chiaro e distinto” il volto del Padre di Gesù… Eppure è proprio questa la via secondo cui lo Spirito continua a insegnare giorno dopo giorno, storia personale dopo storia personale, quella “verità tutta intera”, che sfugge a ciascuno, è aperta a tutti… E spesso non procede per strade particolarmente “democratiche”!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho posto al Signore domande come quella di Giuda? Cosa mi è stato risposto?
Come si è manifestato nella mia vita il volto del Padre di Gesù?
Utilizzando quali linguaggi lo Spirito mi ha insegnato qualcosa del manifestarsi del Padre?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Aprile
2018
Risposta d’amore
commento di Gv 14, 21-26, a cura di Iuri Sandrin SJ