Sul cuore ho già le impronte digitali della tua forte mano.
Maria Luisa Spaziani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 16,15-20)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Mi lascio ispirare
Siamo creati per lodare il Signore, dando testimonianza in ogni tempo e in ogni luogo; siamo creature amate invitate a raccontare la nostra storia d’amore in una quotidianità intessuta di gesti che possono salvare anche solo ricordando la salvezza, di segni che ci ricordano che non siamo mai soli, perché sempre ci segue lo sguardo innamorato di Dio.
Crediamo in un Signore che abita i cieli, ma percorre le strade di una terra che fiorisce nel suo nome, un Signore che prima di essere elevato ha toccato la bassezza del limite. Non una divinità lontana, ma un Dio che nella carne si è fatto prossimo, fino alla morte.
Come testimoni, ci muoviamo nelle nostre vite accompagnati dai segni inequivocabili dell’amore di Dio: mai soli, siamo chiamati a testimoniare la fedeltà del nostro Signore. E non possiamo farlo se non amando, portando a chi abbiamo attorno l’amore ricevuto da Dio – non per restituirlo, ma perché inserito in un circolo virtuoso dia vita, sempre più vita.
Più che testimoni, però, siamo protagonisti: coinvolti nell’intimo in un amore che non può non lasciar segni, che non può non essere raccontato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dove mi sento chiamato a raccontare il Vangelo, oggi?
Quando nella mia vista ho visto chiaramente i segni dell’amore di Dio?
In che occasione mi sono sentito posto sotto lo sguardo d’amore del Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Aprile
2018
L’amore lascia le tracce
commento di Mc 16,15-20, a cura di Verena M.