Le cose gratuite sono quelle che costano di più. Come? Costano lo sforzo per capire che sono gratuite.
Cesare Pavese
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 21,33-43.45)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo;questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Mi lascio ispirare
Liberiamoci del peso delle responsabilità: le nostre mani siano le mani del Signore. Siamo chiamati a custodire la vita senza possederla, senza sentircene padroni – e non per paura dell’ira di Dio, ma per fedele adesione alla logica gratuita del suo amore. Siamo amministratori dei doni di grazia che riceviamo e come tali dobbiamo disporne con libertà e accortezza, tenendo sempre presente uno stile da seguire, che è quello del nostro Dio: un Dio che sceglie di vestirsi di carne e morire per salvarci da ogni nostro peccato. La durezza del signore raccontata in questa parabola si dissolve nelle parole di Gesù, che sceglie di citare un salmo intessuto di speranza e meraviglia per rispondere alla violenza di una storia di sfiducia e tradimento. Che la nostra via sia dunque la via del Signore, che sia lastricata di fiducia e insieme di meraviglia. Chiediamo gratitudine: in piena gratuità siamo figli del Dio dell’amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando da pietra scartata mi sono riscoperto testata d’angolo?
Cosa rischia di farmi dimenticare la gratuità dell’amore?
Per quale gratuità mi sento grato, oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Marzo
2018
Questione di stile
commento di Mt 21,33-43.45, a cura di Verena M.