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Voci di strada, rumori di gente
Mi rubarono al sogno per ridarmi al presente
Sbiadì l'immagine, stinse il colore
Ma l'eco lontana di brevi parole
Ripeteva d'un angelo la strana preghiera
Dove forse era sogno, ma sonno non era.
Fabrizio De André, Il sogno di Maria
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Mi lascio ispirare
La generazione di Gesù Cristo, l’incarnazione della novità di Dio nelle nostre vite è un processo composito, una storia dalla trama fitta e decisamente non lineare. Un intreccio articolato, tutt’altro che immediato, che è tale affinché possa interpellare nel profondo la libertà di ogni suo protagonista.
Proprio questa storia polifonica, dopo il sì che Maria, giocando tutta la sua fiducia, ha pronunciato all’angelo, schiude qualcosa di non facilmente comprensibile a Giuseppe, il quale, con le sue sole risorse, fa fatica a decifrare la realtà. Lo spazio della relazione tra l’umano e il divino domanda tempi di ascolto aggiuntivi, disponibilità a mettersi in discussione, possibilità di incompresi e di rotte che chiedono di essere riconvertite.
Dentro tutto questo, in mezzo al denso lavorio interiore che sta abitando lo sposo di Maria, c’è un però. Mentre Giuseppe valuta se non sia il caso di ripudiare Maria, proprio nel momento in cui la logica umana sembra aver trovato la strategia più adeguata – forse potremmo dire la meno peggiore – alla situazione, ecco che Dio si fa vicino. La sua voce raggiunge Giuseppe nel sogno, in quella dimensione in cui il cuore dell’uomo è affidato, intimamente abbandonato e, insieme, potentemente docile. Il Signore, come a Maria, non esita a farsi presente anche a Giuseppe: tutto il suo desiderio è collaborare con la libertà dei suoi figli, illustrando loro un passo dopo l’altro l’opera che potrà compiersi solo attraverso il loro “sì”.
È l’annuncio che rivela al cuore dell’uomo, ieri come oggi, tutta la storia della salvezza, dialogo d’Amore che libera e ci trasforma in gioiosi cooperatori del dono che Dio, nel Figlio, fa all’umanità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come vivo l’esperienza della non comprensione immediata degli accadimenti della mia vita? Cosa significa per me ascoltare la vita?
In quale passaggio delicato della mia storia ho riconosciuto, attraverso voci e volti concreti, che il Signore mi ha parlato?
Cosa mi scoraggia dal non pronunciare il piccolo “sì” che, anche oggi, sono chiamato/a a dire? In quali modi potrei pronunciarlo con più libertà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Dicembre
2025
Sogni in dialogo
commento di Mt 1,18-24, a cura di Melania Condò