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Io continuo a stupirmi. È la sola cosa che mi renda la vita degna di essere vissuta.
Oscar Wilde
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 1, 26-38)
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Mi lascio ispirare
C’è una fecondità di vita che non dipende da noi, ma che ci viene offerta dal Signore. Maria riceve un annuncio di maternità in modo inaspettato e quella fecondità è prima di tutto un annuncio di gioia e di pienezza, perché il Signore è con lei, le è accanto, la ama.
L’opera di Dio è grande, ma nascosta, irrompe nella nostra vita, ma chiede ogni volta il nostro permesso. Come il lievito che si nasconde tra la farina e fa lievitare in maniera incredibile tutta la pasta, così il Signore chiede di essere accolto nella nostra quotidianità per rendere la nostra vita feconda e aperta alla vita, capace di generare gioia e vitalità.
La visita di Dio è sempre una visita per la fecondità, per una vitalità di cui non dobbiamo mai accontentarci, ma sempre stupirci. La vita infatti è sempre stupore, perché solo quando ci lasciamo stupire, il nostro cuore si riempie di autentica gioia, riconoscenza e voglia di vivere.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono stupito l’ultima volta?
Come percepisco la fecondità di Dio in me?
Quali sentimenti provo di fronte a una visita inaspettata?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Dicembre
2025
Visite feconde
commento di Lc 1, 26-38, a cura di Chiara Selvatici