
Foto di Matt Artz su Unsplash -
Non me ne potevo andare,
perché lontano da questa terra
sarei stata come gli alberi che tagliano a Natale,
quei poveri pini senza radici
che durano un po’ di tempo e poi muoiono.
Isabel Allende
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Mi lascio ispirare
Tempo di Avvento, tempo di genealogie perché la genealogia studia ed esplora le radici della nascita di ciascuno di noi. I Vangeli di Matteo e di Luca si preoccupano di ancorare l’Avvento della nascita di Gesù agli innumerevoli avventi delle nascite dei suoi antenati che a volerci insegnare che non arriva novità di futuro che in qualche modo non metta radici: il futuro si radica, non è sogno né un’utopia; siamo chiamati ad accoglierlo, ad abitarlo e a riempirlo con la nostra libertà e il vissuto della nostra vita e delle nostre scelte. L’Avvento è per noi; un serbatoio di tempo che si riversa su di noi e che non è mai dejà vu, è possibilità e novità.
La genealogia di Gesù parla anche della salvezza che viene dal suo Avvento: il Natale di Gesù, la sua entrata nel tempo e nella storia, è un balsamo benefico – e non solo nel presente, bonifica le radici distorte e avvelenate della nostra storia: la nostra storia personale e familiare, la storia dei popoli, delle comunità, delle nazioni, delle tribù. L’Avvento abitato da Gesù è un potente antidoto di salvezza!
A leggere bene tra le righe, infatti, gli antenati di Gesù non furono degli stinchi di santo, eppure Gesù è il Santo, colui che rende sante tutte le cose. Inseriti in Gesù, alla sua scuola, noi possiamo camminare verso la santità, a partire proprio da ciò che pesa sulle nostre radici. Oggi particolarmente abbiamo bisogno di recuperare questa verità sul piano comunitario, internazionale e di storia (ferita dal male) dei popoli.
Oggi, ispirati da questo Vangelo, possiamo pregare che il Salvatore guarisca le ferite e le sofferenze profonde dei popoli del mondo perché siano in grado di accogliere la luce vitale e positiva dell’Avvento.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Mi prendo un po’ di tempo per ripercorrere la mia genealogia fino a dove ricordo: la presento al Signore e gli chiedo di benedirla.
Quali ferite e sofferenze pesano maggiormente sulle mie radici?
Quale ferita ho accolto e integrato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Dicembre
2025
Radici incerte
commento di Mt 1,1-17, a cura di Andrea Piccolo SJ