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Con gli abbracci si rompevano le righe dell’autorità, che separava, proibiva, condannava.
Erri de Luca, Senza sapere invece
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 21,23-27)
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Mi lascio ispirare
Stupisce che Gesù potesse entrare liberamente e addirittura mettersi ad insegnare, tanto da spingere i capi dei sacerdoti e gli anziani a intervenire contro di lui. Come se occorresse un mandato speciale per fare del bene. O l’approvazione delle autorità. Qui non sono riportate neanche le parole precise che li hanno spinti a interrogarlo, per mettergli un freno. Viene da pensare che quelle parole fossero pericolose perché mettevano a rischio i preesistenti equilibri.
Proviamo a pensare al tempio come al nostro cuore, e ai capi dei sacerdoti e agli anziani come ai nostri vecchi modi di ragionare, di agire. La Parola che è Gesù forse porta scompiglio e disordine nelle nostre vite, nelle nostre relazioni. Ed è un bene che ci destabilizzi, è segno che siamo vivi! E poi c’è questa domanda scomoda, sul battesimo di Giovanni, proprio quel Giovanni che l’autorità, con Erode, ha fatto uccidere, perché la verità andava messa a tacere. E anche qui, anziani e sacerdoti non dicono la verità per salvare le apparenze, per non perdere la faccia. Discutono tra loro, non si aprono a un vero dialogo.
Cristo è autorevole perché non solo dice la verità, ma fa anche ciò che dice, amando fino alla fine. Anche nel silenzio. Dando la vita, stando tra la gente, prendendo posizione. Non resta al riparo delle mura del tempio, di un sistema di Leggi rese inoffensive ed estranee alla Vita, o, come Erode, chiuso nel suo palazzo circondato da adulatori. Chiediamoci a chi stiamo dando potere di vita e di morte nel nostro cuore, se al cielo o agli uomini. E cosa insegniamo, come esercitiamo questo “potere”, che è piuttosto una responsabilità condivisa, per il bene dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa vorrei avere il coraggio di cambiare?
A chi presto davvero ascolto, a chi obbedisco?
Chi mi è stato affidato e come parlo loro?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Dicembre
2025
Una sola domanda vera
commento di Mt 21,23-27, a cura di Caterina Bruno