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Non ciò che abbiamo ma ciò di cui godiamo, costituisce la nostra abbondanza.
Epicuro
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 12,13-21)
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, dì a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: «Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti! ». Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà? ». Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Mi lascio ispirare
Possedere non è sempre sinonimo di ricchezza e di felicità. Possiamo correre il rischio di avere tante cose, ma di sentire in noi un vuoto, una mancanza, e allora non ci accontentiamo, non siamo mai sazi e continuiamo a cercare e ad accumulare.
Se arriviamo a tavola molto affamati, rischiamo di mangiare con voracità e di non gustarci il cibo. Non ci fermiamo a guardare il piatto, non sentiamo i profumi, non gustiamo fino in fondo i sapori, non cerchiamo di scoprire tutti gli ingredienti che compongono quel piatto. Stiamo solo inserendo cibo nel nostro corpo, non ci stiamo davvero nutrendo.
Così rischiamo di fare con ciò che ci accade: non godiamo di ciò che riceviamo, non ci fermiamo a contemplare e a ringraziare per ciò che ci accade e così sentiamo sempre l’impulso a cercare altro, ad accumulare. Donaci, Signore, di prenderci il tempo per contemplare e gustare la vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasioni mi capita di essere vorace?
Di che cosa sento la mancanza?
Cosa rischio di possedere e faccio più fatica a gustare e godere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Ottobre
2025
Possedere o gustare?
commento di Lc 12,13-21, a cura di Chiara Selvatici