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Ipocrita: assisteva tutte le domeniche alle Sacre Finzioni.
Marcello Marchesi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,47-54)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Mi lascio ispirare
È veramente triste quando l’autorità religiosa invece di condurre le persone alla conoscenza e all’esperienza trasformante di un Dio di amore finisce per allontanarle o addirittura per impedire loro l’accesso. Ed è ipocrita ora costruire sepolcri per i profeti che hanno ricordato l’essenziale della relazione con il Signore e che sono stati proprio per questo perseguitati o uccisi. È proprio quello che denuncia Gesù, sottolineando con il suo «guai!» quel dispiacere interiore profondo che vive nel vedere ciò che accade attorno a lui.
Gesù vuole verità, una verità che sappia avvicinare a Dio, non allontanare o porre ostacoli, come sembra invece talvolta accadere con l’autorità religiosa. Questo scandalizza e dà dispiacere, ma porta alla luce la difficoltà di farsi correggere, di convertirsi, appunto. E così chi ha il potere reagisce con durezza e ostilità.
Compito fondamentale è quello di ricordare l’essenza della relazione col Signore, di indicare vie che lo avvicinino e non lo nascondano: se l’autorità viene meno a questo compito, perde di autorevolezza e credibilità. Ed è proprio ciò che Gesù denuncia, anche con asprezza, con quel «guai!» che sa di minaccia, ma che sa soprattutto di dispiacere – suo, personale.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale volto di Dio sto trasmettendo agli altri?
In quale luogo della mia vita resisto alla verità che mi chiama alla conversione?
Cosa provo nel vedere Gesù addolorato per chi ostacola il cammino degli altri verso Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Ottobre
2025
Verità che avvicina
commento di Lc 11,47-54, a cura di Lino Dan SJ