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Visto che ormai percepiamo la vita solo in termini di lavoro e prestazione, per noi l’inazione è una carenza a cui bisogna porre rimedio il prima possibile. (...) Stiamo smarrendo il senso stesso dell’inazione, che non rappresenta una mera incapacità, un mero rifiuto, una mera assenza di azione, ma anzi dispone di facoltà proprie. (...) Non è una debolezza, una mancanza, bensì una intensità, che però non viene né percepita né riconosciuta nella nostra società della prestazione, che è una società attiva.
Byung-Chul Han, Vita contemplativa o dell’inazione
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Mi lascio ispirare
Sono io l’uomo che torna indietro?
Forse no, forse sono uno di quelli mai tornati. Vorrei essere quello che torna, e invece lungo la strada, non appena vedo risolta la situazione, magari il prossimo obiettivo cattura tutta la mia attenzione, e così torno a correre, dimenticando tutto il resto. Totalmente perso in questa rincorsa di quel che manca.
Torno nella mia bolla, in quel piccolo mondo fatto di poche cose. Un puzzle che rappresenta una frazione minuscola del reale, coi suoi confini ben definiti che isolano dal resto, dagli altri, dal mondo reale. Come avere i paraocchi e guardare soltanto davanti a sé.
E la cosa sembra ragionevole: se sei in autostrada, devi andare alla velocità degli altri. Se rallenti troppo rischi grosso. E dunque corriamo tutti insieme, sempre dritti, ma forse perdendoci l’essenza stessa del viaggio. Forse non arrivando davvero mai in alcun luogo. Ogni sosta è solo una pausa tra una corsa e l’altra, perché in fin dei conti l’obiettivo non è mai raggiunto.
Ma ogni giorno, fosse anche l’ultimo istante del giorno, arriva un momento in cui ci fermiamo. E in quel momento, in quell’istante di silenzio, è come aprire gli occhi. È come se la bolla svanisse, manifestando la sua illusorietà.
È quello il momento critico, è il momento in cui sembra volersi spalancare l’abisso davanti a noi, e invece è l’esatto contrario. Quello è l’istante in cui si fa strada la possibilità di guardarsi intorno e di guardarsi dentro, di riconoscere quanto di bello è accaduto e quanto di bello, nonostante tutto, è presente e vivo nella nostra vita. È l’istante in cui possiamo sentirci grati e ringraziare.
Questo ci salva davvero. Non perché dire grazie sia un dovere, quanto piuttosto perché è nella nostra stessa natura questa necessità della gratitudine. È una tensione sempre presente, che ci pungola quando la ignoriamo e ci dona una gioia di fondo quando ci lasciamo guidare da essa.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ti fa uscire dalla tua bolla per tornare alla consapevolezza?
Quali sono le bolle nelle quali ti trovi durante le tue giornate?
Di quali cose sei grato oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Ottobre
2025
Fuori dalla bolla
commento di Lc 17,11-19, a cura di Ettore Di Micco