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Certo, questo tempo sembra essere il momento della violenza, del dolore e della forza, ma i miti, che per loro natura non fanno chiasso, ci sono. Ecco, noi vogliamo appartenere ai miti e assieme a loro, a tutti i miti di tutte le appartenenze possibili, assieme a loro, poco alla volta, creare quel tessuto sul quale, poco alla volta, poi si potrà ricostruire il futuro. È la mia speranza.
Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, 22/09/2025
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,51-56)
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mi lascio ispirare
Forse non è necessario
che tutti capiscano tutto
e tutti s’applauda d’intorno.
Davvero non è necessario
aggiungere insane violenze,
ché spesso anche ai migliori
per mille strabuoni motivi
– strabuoni? chissà… –
le mani ci prudono,
e vien da giocare
a fare giustizia
come fossimo giusti
e avessimo già capito abbastanza.
È bello davvero
vedere che tu non ti stanchi
di camminare con noi
anche oggi
portandoci fuori
più in alto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa provo contemplando Gesù che prende la ferma decisione di salire verso la pasqua?
Qual è l’ultima volta in cui mi sono reso conto che le circostanze esterne (approvazione degli altri, contrarietà, fatiche, complessità…) mi hanno fatto inciampare o distrarre?
Cosa sembra avere il potere di farmi perdere pazienza e lucidità? Cosa succede quando porto queste cose in preghiera?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Settembre
2025
Non esageriamo
commento di Lc 9,51-56, a cura di Matteo Suffritti SJ