Foto di Marco Passalacqua -
L’amore non è soltanto un sentimento da conquistare e quindi da meritare, ma un bene da conservare con un impegno costante, una educazione permanente al rapporto. […] È come un fuoco a cui ognuno deve portare la sua parte di legna, è una piantina da curare con solerzia affinché possa crescere e fortificarsi.
Giacomo Dacquino
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Mi lascio ispirare
Mi ritrovo nella preghiera assieme ai discepoli e, abbastanza vicino, rivedo Gesù, anche lui in preghiera. Compongo questo luogo con molta semplicità e la prima immagine che mi colpisce è quella di Gesù, prima in preghiera, poi mentre raggiunge il gruppo. All’inizio Gesù chiede chi le folle ritengono che lui sia, cosa dicono le voci sul suo conto. Poco dopo ricevo una domanda personale: io chi ritengo che Gesù sia? Con la risposta (quella di Pietro? la mia?) potrebbe finire tutto, potrei lasciare il gruppo.
Invece Gesù mi fa notare che il momento migliore per incontrarlo è nella preghiera, quando posso finalmente porre tutti i miei dubbi, desideri e intenzioni… in quelle domande, che creano relazione, scopro il senso di Gesù per me, lo riconosco.
Chi è Gesù? La risposta è mia, ma nasce vivendo la comunità con i discepoli.
Gesù è amore che dona vita malgrado tutte le fatiche e le sofferenze che possono capitare, perché, in fondo, al terzo giorno è l’amore che resuscita dalla morte.
La domanda di Gesù è quindi un invito a capire cosa lo identifica ai miei occhi – l’amore – valorizzando la comunità e le amicizie che sono i luoghi in cui l’amore nasce, perché non è importante dire chi è Gesù quanto piuttosto mettere in atto un amore incondizionato, un fuoco che va curato perché cresca e scaldi ogni cuore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale momento della giornata sento di aver più bisogno della preghiera?
Quali immagini di Gesù mi confondono, perché non mi appartengono?
In quale contesto e gruppo di persone sento che posso dare qualcosa in più?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Settembre
2025
Una domanda che scalda il cuore
commento di Lc 9,18-22, a cura di Marco Passalacqua