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Sto ancora imparando.
attribuita a Michelangelo Buonarroti all’età di 87 anni
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 16,1-13)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Mi lascio ispirare
Sembra che la pagina del Vangelo di oggi ci venga incontro quasi prendendoci per mano ed educandoci – che, in latino, significa proprio condurre fuori – a ciò che significa scegliere bene. Scegliere bene quando il contesto in cui viviamo è trasparente, quando il male si presenta chiaramente da un lato e il bene dall’altro potrebbe essere, almeno teoricamente, un’operazione semplice, o se non altro questione di ricercare l’evidenza. Eppure sono rare le volte in cui, di fronte a una scelta, possiamo immediatamente scindere cosa è buono da cosa è malvagio, se non altro perché viviamo immersi dentro quella stessa complessità che ci chiama continuamente a scegliere. E questa complessità è sempre mista, sfuggente: lì dove c’è il bene si mescola anche il male.
Con la parabola dell’amministratore “disonesto” Gesù desidera rassicurarci, comunicare a ciascuno di noi che non c’è da temere: essere chiamati ad abitare la complessità è una faccenda umana. E, allo stesso modo, anche scegliere bene è umano. È qualcosa che si impara un po’ per volta nel viaggio della vita, lasciandoci toccare dalle realtà che viviamo a tal punto da fidarci più di Dio che del male. Da dare più credito al meglio che posso operare oggi – maldestramente, con furbizia, e forse non necessariamente per nobilissimi fini – che al bene assoluto che ho paura di non operare mai.
Perché posso trovarmi nella più ambigua delle situazioni, ma la scelta resta mia: posso sempre condonare a mio fratello almeno una parte di debito, e questo mi rende sempre più figlio, sempre più capace di bene.
Il Figlio di Dio è Signore delle piccole cose, e sceglie di amare anche la nostra povera fedeltà nelle cose di poco conto: sprona e incoraggia sempre anche la nostra carità “interessata”, perché, riconoscendo la sua benedizione, possiamo permettergli di operare in noi meraviglie ancora più grandi!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa mi spaventa di più della possibilità di condonare qualcosa nelle mie relazioni?
In quali esperienze della mia quotidianità sento di star a poco a poco crescendo nello scegliere bene?
Sono capace di accogliere lo sguardo benedicente del Signore sul mio poco bene di oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
21
Settembre
2025
Scegliere bene
commento di Lc 16,1-13, a cura di Melania Condò