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Se preghi spesso, di giorno e di notte, venti, trenta volte, ogniqualvolta lo Spirito ti ispira parole d’amore, fosse pure per soli cinque minuti o addirittura per un solo minuto, questa preghiera assidua opera, nel più profondo della tua mentalità, del tuo cuore, del tuo carattere e del tuo comportamento un mutamento fondamentale. Tu stesso non ne prendi facilmente coscienza, ma chi ti è vicino può notarlo senza difficoltà.
Matta el Meskin, Consigli per la preghiera
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Mi lascio ispirare
Oggi troviamo due riferimenti di luogo e due di tempo, e in ciascuno di essi diversi incontri e relazioni. Sul monte, luogo della manifestazione di Dio e dell’incontro con lui, Gesù trascorre la notte in preghiera e, fattosi giorno, chiama a sé i suoi discepoli, fra i quali sceglie i dodici apostoli. È con questi ultimi che, poi, scende dal monte e incontra la folla.
Molto spesso nel Vangelo di Luca ci viene presentato Gesù che prega. Questo dettaglio sottolinea la comunione con il Padre: Gesù era consapevole che la fonte del suo essere è nel legame con il Padre e nella preghiera ha maturato la propria identità salvifica data dal Padre. I discepoli, presenti sul monte, partecipano di questa comunione, poiché chiamati «a sé» da Gesù, e la scelta dei Dodici è il chiamare per nome ciascuno di noi oggi che, per mezzo del Battesimo, siamo innestati in lui, in quanto suoi figli amati, e “inviati” – questo significa “apostoli” – per testimoniare e in qualche modo partecipare a quella stessa missione salvifica.
Possiamo contemplare le scene che oggi ci sono presentate, gustando in quali luoghi e in quali tempi ci sentiamo nella nostra situazione attuale di vita e vedendo i personaggi a cui ci sentiamo più vicini. Dalla notte in preghiera nasce una dinamica di vita che coinvolge tutta la varietà del popolo di Israele – i dodici apostoli richiamano le dodici tribù – e poi l’umanità intera – la folla – che nell’ascolto della Parola Vivente trova la guarigione. Anche noi, quindi, possiamo cercare questo tocco che parte dall’ascolto attento della sua Parola e che può guarire le nostre ferite.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali ricordi, promesse e speranze voglio affidare al Signore nella mia preghiera notturna?
In che modo posso cercare di toccare Gesù oggi nella mia vita?
Quale missione mi affida oggi il Signore che deriva dalla relazione personale con lui?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Settembre
2025
Ascoltare, toccare e guarire
commento di Lc 6,12-19, a cura di Marco Ruggiero