Foto di Jametlene Reskp su Unsplash -
Dubitare di sé non è umiltà, credo persino che spesso sia la forma più esaltata, quasi delirante, dell’orgoglio, una sorta di ferocia gelosa che fa rivoltare un disgraziato contro se stesso, per divorarsi. Il segreto dell’inferno dev’essere in ciò.
Georges Bernanos
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 14,1.7-11)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato»
Mi lascio ispirare
Solo Dio è umile: ogni uomo, ogni donna appena afferma «io sono umile» nega quel che sta dicendo. Si impara a essere umile solo se riconosce di non esserlo – il Vangelo di oggi lo dice con altre parole, solo «chi si umilia sarà esaltato», ma il senso è lo stesso!
Questa parabola non è un insegnamento sulle buone maniere, non si occupa di galateo. Qui si parla del mio atteggiamento interiore che determina il mio stile di vita: se io sono il centro della mia esistenza e tutto ruota intorno a me, non mi accorgo di ciò che mi succede intorno, non vedo gli altri, le persone che pure ci sono.
L’invito forte «cedigli il posto» è come una scossa, una spinta a rendersi conto, è quell’umiliazione che può insegnare l’umiltà a chi l’accoglie positivamente, dicendosi: in effetti non mi ero accorto che c’è anche l’altro. Proprio come fa Dio, perché per lui l’altro è sempre qualcuno di più degno, qualcuno che merita tutta l’attenzione possibile.
Come spesso accade, la parabola è per noi e, nello stesso tempo, ci rivela chi è Gesù: è lui quell’ospite che non si mette al primo posto, ma sceglie l’ultimo perché ha da sempre ritenuto che noi siamo degni (perché lui ci fa degni) di sedere ai primi posti. È questa l’umiltà relazionale che caratterizza lo stile di vita di Gesù, volto del Padre. Non l’umiltà del “collo torto” o di quello che si tiene in disparte, no! Gesù ha sempre nel suo cuore qualcun altro (il Padre, noi) ed è questo rapporto con l’Altro e con l’altro il criterio delle sue scelte… Sullo sfondo di questo banchetto, brilla la croce gloriosa di Cristo, per noi luogo di umiliazione, per lui di umile esaltazione, pienezza di relazione con il Padre e con noi. Esaltazione oppure glorificazione, perché espressione di umile amore!
È questo il banchetto in cui Gesù mi dice: «amico, vieni più avanti!», è questa l’occasione per ricevere l’onore che tante volte malamente cerchiamo, l’onore di chi non cerca solo se stesso e non vede nell’umiliazione una minaccia, ma l’occasione di esercitare l’umile attenzione al fratello.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito umile?
Chi è per me esempio di umiltà?
Quando mi sono sentito dire «amico, vieni più avanti!»?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
31
Agosto
2025
Umile esaltazione
commento di Lc 14,1.7-11, a cura di Stefano Titta SJ