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«Eppure sembrava una cosa così probabile», obiettai, profondamente depresso.
«Non ve n’era la minima prova, Pip», disse il Signor Jaggers [...], «non giudicate mai nulla dall’apparenza; giudicate soltanto dalle prove. Non vi è norma migliore»
Charles Dickens, Grandi speranze
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 23,23-26)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Mi lascio ispirare
Mi rivedo in mezzo agli scribi e ai farisei mentre ascolto Gesù, ma in realtà sento che si tratta di una provocazione per tutti noi. Percepisco che Gesù non sta davvero accusando qualcuno, ma sta elencando semplicemente tutte le tentazioni a cui siamo sottoposti.
Posso essere zelante nel seguire le consuetudini e abitudini e poi, volente o nolente, dimenticarmi di quello che è sano nel rapporto con il prossimo: essere giusto, misericordioso e fedele e il tutto basandosi su un amore incondizionato.
Posso preoccuparmi di curare l’apparenza, pulire il bicchiere all’esterno, senza fare attenzione a cosa è necessario fare per pulirlo realmente. La tentazione è di non volersi interessare della realtà preoccupandosi del superfluo.
Gesù, invece, mi invita a compiere ogni azione guidato dall’amore. Questo invito mi libera da ogni preoccupazione e mi fa conoscere le emozioni più vere e autentiche. Ogni azione quotidiana – al lavoro, in famiglia o nei rapporti affettivi e d’amicizia – consolida l’amore verso il prossimo ed è una prova reale dell’amore che mi rende libero. Si tratta, in fondo, di un fatto reale, concreto e visibile basato sul desiderio di amare: sia io che il mio prossimo ne sentiamo la presenza.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale contesto sento di riuscire a compiere con amore le azioni quotidiane?
Quando mi capita di non preoccuparmi delle emozioni che guidano le mie azioni?
Cosa mi aiuta a comprendere la realtà e quindi ad agire con la spinta di emozioni consolanti?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Agosto
2025
Le prove dell’amore
commento di Mt 23,23-26, a cura di Marco Passalacqua