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La tua forza può essere una debolezza.
Heather Morris
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 19,16-22)
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Mi lascio ispirare
Il giovane va via triste. Vederlo allontanarsi così provoca dispiacere. Egli è, infatti, una persona molto ben educata: piena di rispetto, gentilezza, riconoscenza. Riflette sulle sue azioni ed è profondamente religioso. Perché se ne va? Certamente Gesù non gli ha dato la risposta che si aspettava. Egli chiedeva qualche cosa da fare, come una preghiera da recitare, una forma di digiuno, un pellegrinaggio, o qualche altra cosa che potesse mettere alla cima di quella che riteneva una vita ben impostata. Dopo aver ascoltato i genitori e quanti insegnavano la legge, ora ascoltava il maestro per eccellenza, Gesù.
Gesù, invece, con delicatezza, ma anche con molta forza, gli fa capire che ha impostato la sua vita su una volontà di controllo. Quando onora il padre e la madre, quando ama il prossimo, è sempre lui al centro, lui che fa bene, lui che, così, si guadagna la vita eterna. Gesù gli chiede di lasciare quella volontà di controllo su cui è imperniata la sua vita.
Mi chiedo se un giorno questo giovane che vuole essere perfetto sposterà il suo sguardo sull’unico bene che gli ha indicato Gesù, se guardando a lui si dimenticherà, almeno per un poco di tempo, delle sue azioni e di se stesso.
Lo spero per lui e per chi, tra noi, tende ad assomigliargli.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ti è capitato di pensare che i tuoi punti di forza nascondessero una debolezza?
Come ti fa sentire la consapevolezza della tua fragilità?
Come ti prendi cura del tuo tallone d’Achille?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Agosto
2025
Il tallone d’Achille
commento di Mt 19,16-22, a cura di Stefano Corticelli SJ