Foto di Enrica Bonino -
La sola cosa che non puoi portarmi via è il modo in cui scelgo di rispondere a ciò che mi fai.
Viktor Emil Frank
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 17, 22-27)
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Mi lascio ispirare
La Galilea è il luogo di inizio dell’attività di Gesù ed è qui che ci viene detto che sta per essere consegnato. È forte l’espressione: consegnarsi nelle mani. Mettersi nelle mani di qualcuno indica amore, fiducia, il massimo amore è mettersi nelle mani. La più alta espressione di Dio come Dio è proprio il fatto che si metta nelle mani degli uomini e la sua eredità sarà il suo corpo dato per noi. La sua consegna è libera perché è fatta per amore, ma questo non è comprensibile per i discepoli. La pura gratuità è sconcertante e difficile da comprendere.
Altro modo di dire, la gratuità assoluta, viene presentato attraverso il tema dei tributi: ogni maschio adulto sopra i vent’anni doveva pagare la tassa per il tempio. La regola era fissata fin dall’antichità e la norma è codificata nel libro dell’Esodo. È una questione che interpella Pietro, cui chiedono a proposito del suo maestro. “Il vostro maestro versa questa moneta che è dovuta da ogni israelita?” Non è un discorso generico del pagare le tasse, è una questione molto specifica legata a una questione di culto: pagare i tributi significa essere inseriti nel censimento degli israeliti, è cioè il modo per essere riconosciuti come israeliti. C’è dunque da pagare l’iscrizione per essere considerati appartenenti al popolo. All’interno di questo sistema bisogna pagare le tasse per poter appartenere a questa comunità; bisogna versare il proprio contributo e solo così si ha il diritto di stare dentro. C’è uno schema di tipo economico dove si compra e si vende tutto. Ma l’affetto, l’amore e l’amicizia non si possono comperare ed è di questo che è fatta la relazione con Dio.
Ci troviamo quindi di fronte a due diverse mentalità, da una parte quella economica che compra e vende, dall’altra quella relazionale, gratuita – e ciò che è gratuito è strettamente legato alla grazia. La grazia di Dio, riversata nei nostri cuori, fa esplodere lo schema della compravendita. La novità di Gesù è la figliolanza, egli è il Figlio, e – in quanto Figlio – non è tenuto a pagare nessuna tassa, non si iscrive a nessun albo, a nessuna associazione, è figlio è basta; non deve pagare per esserlo, né per rimanerlo, lo è da sempre e per sempre.
E chi è che va nell’abisso pagando il tributo per tutti, per sè e per gli altri? Ancora Gesù che, consegnandosi nelle mani degli uomini, si fa tributo dell’amore fraterno, dell’amore di Dio, tributo che Dio stesso ha pagato all’uomo per renderlo figlio.
Gesù non tira fuori dalla tasca soldi da dare agli esattori del tempio proprio per mostrare che non accetta lo schema della compravendita, ma propone un simbolo di gratuità: trovare uno statere (moneta d’argento) in bocca a un pesce, trovare una ricchezza là dove non dovrebbe essere, dove non ci potrebbe essere.
Vai, getta, prendi, apri, troverai, prendila, consegnala: sono tutti verbi molto importanti, dietro ai quali mi pare di riconoscere una dinamica di morte e risurrezione. C’è un impegno di fiducia del discepolo nel suo maestro. Il maestro paga la tassa? Il maestro è figlio e come tale è libero e io sono suo discepolo, sono figlio come lui e sono libero, sono in una relazione nuova con il Signore e quello che faccio è frutto della grazia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è la logica prevalente delle mie relazioni?
Quali sono gli aspetti della mia vita in cui è necessaria una crescita di fiducia nel Signore Gesù?
Su cosa è fondata la mia libertà personale?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Agosto
2025
Libertà consegnata
commento di Mt 17, 22-27, a cura di Enrica Bonino s.a.