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Essere in due — non uno, non uguali — significa aprire uno spazio per l’amore, per la differenza, per il divenire
Luce Irigaray
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 13,31-35)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Mi lascio ispirare
Come può un granello di senape essere adeguato a indicare il Regno di Dio? È qualcosa di troppo piccolo e insignificante. Eppure, proprio perché piccolo, riesce a fare spazio, e facendo spazio diventa quell’albero dove possiamo trovare tutti un posto. Ognuno con le sue caratteristiche e la sua storia, con le sue luci e le sue ombre. D’altronde, è proprio dell’amore lasciare spazio all’altro.
E poi c’è quel lievito che si mischia alla farina, che non ha paura di compromettersi, di farsi contaminare, di farsi cambiare. Il lievito, che insieme alla farina diventa pane.
Allora eccolo quel regno dei cieli che possiamo vivere e costruire già qui e ora facendoci granello di senape quando non abbiamo paura di lasciare spazio agli altri, siamo accoglienti e comprensivi e riusciamo ad andare oltre le prime impressioni e i nostri pregiudizi; facendoci lievito quando non abbiamo paura di mischiarci e chiamarci fratelli e sorelle anche se veniamo da posti diversi, con culture diverse, idee diverse… Quando, con fiducia, lasciamo da parte l’io e diamo spazio a un noi, all’amore, al futuro.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi capita di sentire che il mio valore dipende più da ciò che faccio invece che da ciò che sono? Quali emozioni provo in questi casi?
Quando ho l’esigenza di convincere e quando di comprendere?
Cosa mi impedisce, a volte, di accogliere un’idea diversa dalla mia? Paura? Orgoglio? Altro?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Luglio
2025
Vivere il Regno ora
commento di Mt 13,31-35, a cura di Tomaso Roncallo