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Nella vostra vita non abbiate paura di faticare, perché il valore delle cose è determinato dalla fatica che si impiega nel poterle ottenere o nel poterle realizzare. Se otteniamo delle cose senza fare nessuna fatica, queste cose non hanno nessun valore, non servono a niente. Non ce ne rendiamo nemmeno conto. È l’immensa fatica che facciamo per poterle ottenere che gli dà valore. Questo vale non solo per le cose, non solo per i traguardi, ma anche per gli affetti, per le sensazioni, per i sentimenti.
Paolo Bonolis
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 19,27-29)
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Mi lascio ispirare
Rinunciare a qualcosa può costarci tanto. Ma allora perché rinunciare?
Quante volte abbiamo rinunciato a qualcosa: oggetti, esperienze, relazioni… Questo tipo di rinuncia può essere vissuto come privazione, come il toglierci qualcosa. E può essere difficile, e può portarci a un sentimento di vittimismo.
Davanti a questo è ancora più importante chiederci “perché rinunciare?”. Se la rinuncia è vissuta come una pura perdita, prendiamo un abbaglio. Gesù non si è sacrificato per perdere, al contrario, l’ha fatto per vincere la morte.
E insegna a noi questa stessa ottica. Lasciare qualcosa è il passo necessario per avere di più. Il di più che – volenti o nolenti – desideriamo continuamente. Non è intuitivo e non è naturale. Tuttavia possiamo farne esperienza e sentirlo davvero, fino in fondo.
Il maratoneta non è immune alla fatica, forse al quarantesimo chilometro si chiede anche “chi me l’ha fatto fare?”… ma arrivato al traguardo è contento della fatica affrontata, e, anzi, proprio quella fatica regala un sapore diverso al traguardo raggiunto. È quel sapore che lo chiama a correre un’altra maratona, pur consapevole di ciò che lo aspetta.
Allora la fatica non è più rinuncia ma scelta. E anche il dolore che si attraversa non dà più la stessa sofferenza di prima. L’unica cosa che serve è avere fiducia in questo e fare il primo passo. L’esperienza ci dimostrerà il resto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando il pensiero della fatica mi ha fatto evitare alcune strade?
In cosa faccio fatica nella mia vita quotidiana?
Quando mi sono sentito contento o soddisfatto per un traguardo raggiunto a fatica?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
11
Luglio
2025
Il passo necessario
commento di Mt 19,27-29, a cura di Ettore Di Micco