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Non basta predicarti,
mio Dio,
non basta disseppellirti dai cuori altrui.
Bisogna aprirti la via, mio Dio.
Etty Hillesum
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,43-48)
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Mi lascio ispirare
Tutti eravamo nemici, tutti persecutori: il peccato, il male ci rendono tutti così.
In Gesù il Padre ci ha amati per primo, ha preso l’iniziativa e ci ha strappati dal male, ci ha resi liberi, capaci di volgere il nostro libero arbitrio all’amore. Gesù ci chiede di allargare il raggio d’azione: “ora che sei figlio/figlia, ora che ti ho liberato, fa’ come io ho fatto con te”. Questo è il compito dei discepoli di Gesù di Nazaret: portare avanti con la propria vita l’opera che il Padre ha iniziato in lui.
Essere «perfetti come è perfetto il Padre» significa: siate completi, tendete a portare a termine il vostro compito, il senso del vostro essere al mondo, creati, salvati e santificati, portate a completezza l’amore che non ha confini, che arriva ovunque anche alla persona più lontana, anche a chi ti ha fatto del male; significa: “ora che hai cominciato l’opera, vai fino in fondo!”. Il detto di Gesù è ben lontano dalla perfezione morale, dall’essere ineccepibili, puri, senza difetti: se entriamo in questo sentiero confondiamo le cose e ne usciamo con le ossa rotte!
Il punto di riferimento rimane il Padre, che ha incominciato in noi la sua opera: questa è la buona notizia, questa è la motivazione, il suo amore la misura e la cura delle nostre cadute nell’amare.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Sei stato salvato/sei stata salvata, cioè raggiunto/raggiunta dall’amore di Gesù, dal suo sguardo che ti ha rimesso in piedi: ritorna a quell’esperienza. Se non l’hai ancora fatta, chiedila nella preghiera!
In che modo ti senti figlia/figlio?
Cosa ti ostacola nell’allargare i confini del tuo amare? Guarda agli ostacoli e ai blocchi con occhi sereni, accoglienti e non giudicanti…
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Giugno
2025
L’Amare che conquista territori
commento di Mt 5,43-48, a cura di Andrea Piccolo SJ