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Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità.
Giuseppe Ungaretti
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,38-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Mi lascio ispirare
Puntare in alto: sembra questa la proposta di Gesù per chi decide di prendere seriamente il suo messaggio. Un puntare in alto che non si basa più sulla giustizia stabilita dalla legge del taglione – pur necessaria per non lasciare spazio alla vendetta, che per sua natura tende ad amplificare il male commesso – ma su uno slancio evangelico che permette di mettersi “indifesi” di fronte a quanto potrebbe essere motivo di contrasto o di sopraffazione.
Perché il bene supremo è la relazione con il fratello, che si riesce a mantenere – e forse a far rifiorire – proprio quando l’altro, colui che commette un’ingiustizia nei miei confronti, non si sente aggredito, ma accompagnato, accolto a prescindere.
Una “morale dei deboli”, come qualcuno potrebbe insinuare? Forse sì, ma quanto viene qui proposto da Gesù è uno sguardo nuovo e assolutamente sconcertante di fronte al mondo: è nella debolezza che si manifesta la forza di una salvezza che non viene dall’uomo, ma da Dio. In quelle parole, «ma io vi dico», Gesù sta proponendo uno sguardo diverso – e se si vuole anche rivoluzionario – su sé stessi, sulle relazioni, sul mondo. E anche su Dio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale “legge rivoluzionaria” ti ha cambiato la vita?
Quando sei riuscito a mostrarti davvero indifeso?
Su cosa hai bisogno di avere uno sguardo nuovo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
16
Giugno
2025
Nella debolezza, la forza
commento di Mt 5,38-42, a cura di Lino Dan SJ