Foto di Ilaria Zipponi -
…ed ecco che essi ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece.
Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Mi lascio ispirare
Mi dai fiducia Signore, mi dai responsabilità: mi dici che sono il sale della terra. Se io perdo sapore, non potrò più portare il gusto che portavo prima. E senza di me, la terra avrà meno sapore.
Io sono la luce del mondo, ho la possibilità di illuminare il mondo intorno a me. Come non si può nascondere una città costruita in cima a un monte, così non può rimanere nascosta la mia luce. E per questo va posta su un candelabro, perché possa diffondersi il più possibile.
Io non lo so, Signore, come si fa a essere sale, come si fa a essere luce. Non lo so come si può portare gusto, sapore alle situazioni e alle persone intorno a me; come si fa a illuminare le loro vite, i loro bui, quando spesso non sono in grado di illuminare nemmeno i miei.
Eppure tu mi dici che già lo sono, che già sono sale della terra e luce del mondo. Mi dici che sono importante, anche se non penso di esserlo, anche quando non sento di esserlo. Questo mi spaventa e mi interroga, ma se lo dici tu, io mi fido. Se tu dici che io splendo già, che so già portare sapore e luce, qualcosa di vero ci deve pur essere. So che di certo non posso essere sale né essere luce da sola, ma solo con, grazie e per le persone intorno a me. E se non me ne rendo conto, forse devo investigare i miei modi di fare e i miei modi di essere, fare un po’ di ordine dentro di me, un po’ di introspezione e di rilettura della mia storia, per capire come e dove sono capace di portare gusto e di portare luce attorno a me. E se li ho già portati in passato, dove e quando. E così capire come posso portarli nel mio presente. Di questo ne ho la responsabilità, perché la terra sia più saporita e il mondo più luminoso.
In più tu mi dici che, se gli altri riescono a vedere la mia luce, renderanno gloria al Padre. Posso quindi essere sale e luce grazie a te – al tuo modo di guardarmi – e per te. E la mia luce può essere riflesso e strumento della tua luce.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Rileggendo la mia storia, in quali circostanze penso di essere stata/o sale o luce per qualcuno?
Qual è il mio modo di essere sale, di portare gusto alle situazioni e alle persone intorno a me?
Qual è invece il mio modo di essere luce?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Giugno
2025
Tu dici che io splendo
commento di Mt 5,13-16, a cura di Ilaria Zipponi