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Autorità: sappiate sempre esercitare l’autorità accompagnando, comprendendo, aiutando, amando; abbracciando tutti e tutte, specialmente le persone che si sentono sole, escluse, aride, le periferie esistenziali del cuore umano. Teniamo lo sguardo rivolto alla Croce: lì si colloca qualunque autorità nella Chiesa, dove Colui che è il Signore si fa servo fino al dono totale di sé.
Papa Francesco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,15-19)
In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Mi lascio ispirare
Che qualità deve possedere un leader? I modelli di autorità che nei giorni nostri vengono esibiti propongono sempre più spesso quasi senza pudore i tratti dell’arroganza, della mancanza di rispetto, del tono di voce gridato, della forza della violenza, della manipolazione della verità. È un mondo nel quale aggressione e competitività sembrano essere le uniche vie per porsi in relazione gli uni con gli altri, nel quale sembra che solo i “forti” siano legittimati a vivere.
E poi c’è questa pagina del vangelo di Giovanni nella quale viene raccontato l’ultimo passo della lunga formazione di Pietro. La vita del pescatore di Galilea con Gesù è terminata con l’arresto e la morte in croce del figlio del falegname, la fedeltà al maestro è stata dolorosamente smentita già nell’orto del Getsemani, la capacità di testimoniare l’amicizia sconfessata nei fatti nel cortile del sommo sacerdote, eppure la sequela prosegue. Continua grazie al Signore – e solo grazie a Lui – nel momento in cui per tre volte a Pietro è data la possibilità di guardare a ciò che pur continua ad essere presente nel suo cuore: l’amore per il Signore.
Così Pietro ha la possibilità di dire per tre volte il suo amore imperfetto e limitato. E con questa consapevolezza, ora veramente matura, perché provata, incarnata, calata nei limiti di un carattere e delle vicende della vita che non ruota solo intorno a quel che desideriamo, pensiamo, sentiamo, ma è anche – e a volte soprattutto – ciò che la realtà rivela di noi a noi stessi; con questa consapevolezza, ora Pietro può essere un leader, il pastore capace di prendersi cura delle pecore e del gregge a lui affidati, perché conosce la fragilità, la debolezza, anche la meschinità e al tempo stesso la profondità del desiderio di continuare ad amare e vivere una vita ricca di significato, nella sequela del Cristo Risorto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono i modelli di leadership che ti ispirano nella vita?
Qual è l’esperienza di perdono più importante che hai vissuto nella vita? O semplicemente quella che ti viene in mente pensando a questa parola?
Di cosa senti di voler ringraziare il Signore oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Giugno
2025
Amore imperfetto, amore limitato
commento di Gv 21,15-19, a cura di Diego Mattei SJ