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La conoscenza di sé è un nascere alla propria luce, al proprio sole. L’uomo che conosce se stesso è un uomo vivo.
Marie Madeleine Davy
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Mi lascio ispirare
Per capire cosa sia davvero giusto, buono e vero, qui e ora, per noi, non è sufficiente seguire una regola scritta o un insegnamento morale. Gesù ci invita piuttosto a rivolgere lo sguardo verso l’interiorità, a entrare in noi stessi. È un processo di sottrazione: togliere il superfluo, le sovrastrutture che spesso ci appesantiscono, per cercare di cogliere ciò che non è immediatamente visibile, per provare a fare chiarezza nella complessità che ci abita.
Quando ciò che viviamo riesce a scendere nel cuore, trasformandosi in memoria viva e presente, solo allora acquista un significato pieno. Altrimenti rischia di restare un semplice accumulo di esperienze – e rischiamo di “lasciarci vivere” dagli eventi senza essere presenti a noi stessi.
La sfida, forse la più grande, delicata e anche complessa per ciascuno di noi, è proprio questa: con l’aiuto dello Spirito e consapevoli dello sguardo d’amore del Padre, imparare ad ascoltarci, rileggere ciò che viviamo, dare un nome a ciò che ci muove, e da lì agire, per vivere in modo autentico, vero e pieno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando è stata l’ultima volta che ti sei fermato davvero ad ascoltare cosa senti nel cuore?
Quali sovrastrutture senti di dover lasciare andare per vivere più autenticamente?
Quanto spazio lasci ogni giorno al silenzio per entrare in contatto con te stesso?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Maggio
2025
Spirito di vita
commento di Gv 16,12-15, a cura di Tomaso Roncallo