Foto di Vanessa D’Urbano -
Nulla è nella mente che prima non sia stato nei sensi.
Tommaso D’Aquino
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 10,22-30)
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Mi lascio ispirare
Quante volte chiediamo al Signore di rivelarsi a noi attraverso un segno? Gli chiediamo aiuto, ma abbiamo bisogno di una prova. Eppure se ci fermassimo un istante e mettessimo tutto il trantran frenetico della giornata in modalità offline, forse qualcosa lo sentiremmo: lui c’è. Ci parla attraverso quel silenzio che facciamo in noi stessi quando finalmente lasciamo spazio al Signore per esprimersi.
Come? Attraverso un’emozione, un’immagine che visualizziamo stando ad occhi chiusi, attraverso una Parola che abbiamo appena letto o ascoltato e che risuona in noi con un’intensità diversa dalle altre parole.
Le pecore che Gesù esalta sono pecore vive che seguono il loro pastore e non una persona qualsiasi, hanno la capacità innata di riconoscerlo in mezzo a tanti, perché sanno riconoscere la sua voce che le chiama.
Non smorziamo i nostri sensi, acutizziamoli. Con l’invito del Signore impariamo a sentire e gustare quello che lui ci dona ogni giorno e che ci dona oggi. Il Signore ci ama e non ci lascia mai soli. Non chiediamogli segnali per credere, ma mettiamoci in ascolto del nostro cuore, perché lui li dimora in noi. Quando impariamo a discernere la sua voce tra le tante, la consolazione non tarda ad arrivare.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa ti impedisce di staccare tutto e metterti al cospetto del Signore?
Cosa vuoi chiedere oggi al Signore?
Quando hai sperimentato la presenza del Signore agire nella tua vita, come ti sei sentito? Prova a ricordare il gusto di quel momento.
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Maggio
2025
Acuire i sensi
commento di Gv 10,22-30, a cura di Vanessa D'Urbano