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Dietro la porta di casa mia
ho un amore che tengo,
che tengo a portata di mano.
Cristiano De André, Dietro la porta
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 10,1-10)
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Mi lascio ispirare
Entriamo insieme dalla porta: chi entra dalla porta è il pastore con le sue pecore. Sento la tua voce e so che non sono lontana da casa. Anche se sono fuori, tu ci sei. Sulla porta, sono quasi dentro o quasi fuori, ma già con te, mai sola.
Entro ed esco e tu sei lì, sei tu stesso la porta: una rottura che unisce, un’interruzione che crea piena continuità, offrendomi nell’amore il dono della libertà. Fame e sete, desideri e bisogni mi chiameranno fuori e io potrò sempre uscire, ma attraverso la stessa porta sempre tornare al riposo, alla protezione.
Ti fai porta, Signore, perché io sappia sempre che c’è un passaggio, un’apertura verso la libertà – e allo stesso tempo una casa pronta ad accogliermi e proteggermi. Ti fai porta perché io possa allo stesso tempo entrare e uscire: interrompi il muro con un varco che è possibilità infinita di relazione.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito accompagnato da un pastore?
Quale possibilità di libertà mi dà respiro?
In quale luogo della mia vita sono chiamato io a fare da porta?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Maggio
2025
Quasi dentro, quasi fuori
commento di Gv 10,1-10, a cura di Verena M.