Foto di Ilaria Zipponi -
Tu libera e felice vai, mi ritrovi dove sai.
The Zen Circus, L’anima non conta
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6, 60-69)
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Mi lascio ispirare
Come facciamo ad ascoltare parole così dure, così difficili da capire e credere? Se ci scandalizziamo davanti a un discorso di Gesù, come potremmo sentirci di fronte alla sua resurrezione? Siamo disposti, siamo veramente pronti ad accettarla?
La nostra reazione istintiva di fronte a cose che non ci sembrano credibili di solito è il dubbio, il cinismo, il mormorio. Così è anche per i discepoli, che faticano a credere alla parola di Gesù. E Gesù prova ad aiutarli dicendo che le sue parole sono spirito e sono vita, ed è lo spirito a dare la vita alla carne, a dare senso alle cose materiali: ci dà quasi una chiave di lettura per cercare di capire meglio il suo messaggio e non allontanarci da lui. Ma lui lo sa che la complessità e l’incomprensione allontanano, e che così sarebbe successo per alcuni dei suoi discepoli. Forse, nella sua umanità, anche Gesù ci è rimasto male… Perché non è sempre facile prevedere e controllare le proprie emozioni, anche quando si conoscono in anticipo le cause.
Eppure, lascia a ciascuno la libertà di scegliere. «Volete andarvene anche voi?»: lascia libertà anche ai suoi discepoli più stretti, non si aspetta che rimangano. Forse questa è una delle forme d’amore più libere e più pure: lasciare all’altro la libertà di essere, di compiere le proprie scelte, di scegliere noi, senza costrizioni. Dare spazio, senza stringere, senza chiedere, senza trattenere.
E Pietro risponde alla chiamata all’amore: nella sua libertà, e avendo conosciuto a fondo Gesù e il suo modo di amare, sceglie di rimanere con lui, di seguirlo fino alla fine.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi è capitato di allontanarmi da una persona perché le cose che diceva mi risultavano incomprensibili, poco sensate, poco condivisibili?
Quali sono i miei modi di amare? Come desidero far sentire le persone che amo?
In che circostanze sento di amare pretendendo qualcosa, non lasciando libertà di scelta?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Maggio
2025
Liberi di
commento di Gv 6, 60-69, a cura di Ilaria Zipponi