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Speranza è la virtù di chi crede nella risurrezione di Cristo, nella vittoria dell’Amore!
Papa Francesco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 24,13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mi lascio ispirare
Dove è la speranza in un mondo di guerre e violenza? Nel provare a rispondere a questa domanda ci sentiamo proprio come i discepoli di Emmaus che si allontanano da Gerusalemme per tornare a casa, a testa china. Sì, proprio così li immagino: a testa bassa, tristi, desolati e forse delusi perché quel Gesù, che loro hanno seguito e che ora è morto, si è portato con sé quel mondo che tutti loro speravano e aspettavano.
Quante volte ci sentiamo così, viviamo la nostra quotidianità a testa china e delusi: quello in cui speravamo alla fine non è arrivato. Quante volte abbiamo ripetuto a noi stessi: “Ma come è possibile, era tutto perfetto” oppure “Ma in cosa ho sbagliato? Perché non ha funzionato?”. Quante volte? Tante.
Eppure c’è sempre qualcosa che risveglia gli animi e la speranza… I discepoli di Emmaus lo sanno bene. Lo hanno sentito dentro i loro cuori. Quanto arde il cuore di due innamorati? Non è forse così che capiamo quando c’è un sentimento forte che ci lega a qualcuno? Non ci sentiamo forse così quando crediamo che tutto sia finito e all’improvviso una piccola scintilla si riaccende nei nostri cuori?
Ecco la Speranza dov’è. In ciascuno di noi, in ogni nostro desiderio, nei nostri incontri e cammini. La Speranza è in un pane che si è spezzato per noi e per gli altri. La Speranza è non mollare e continuare a camminare, andare avanti guardando alla croce e al sepolcro vuoto. È lasciarsi trasformare da un incontro speciale con l’amato o amata. È incontrare Gesù e riconoscerlo anche sotto altre vesti, quelle di un viandante o di uno sconosciuto. La speranza è ascoltarsi dentro, riconoscerci bisognosi di un incontro che guarisce e salva.
Faccio silenzio e ascolto: la Speranza è crederci, fino alla fine e oltre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Finita la Pasqua, come vivi questo tempo di rinascita?
Fermati e ascoltati. Cosa arde nel tuo cuore, cosa vorresti consegnare nelle mani di Gesù?
Come avviene per i discepoli di Emmaus, come vivi Gesù accompagnatore nella tua vita?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Aprile
2025
La speranza vive
commento di Lc 24,13-35, a cura di Vanessa D'Urbano