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Bisogna fare tutto il bene possibile, amare la libertà sopra ogni cosa e non tradire mai la verità.
Ludwig van Beethoven
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 8,31-42)
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato»
Mi lascio ispirare
Gesù sta parlando a quei giudei che gli avevano creduto, ma che, tuttavia, non avevano ancora compreso appieno cosa significasse essere discepoli, ovvero essere fedeli alla Parola, la quale rende liberi.
È una libertà forse da noi auspicata, sognata, ma più probabilmente è una libertà di cui, come i giudei, non sappiamo neanche di aver bisogno, poiché la schiavitù del peccato rende ciechi e spesso illude. I giudei ritengono di essere liberi dalla nascita perché discendenti di Abramo e pertanto non possono diventare schiavi, nemmeno a causa dell’occupazione straniera. Gesù non conferma questo principio, affermando che il peccato rende schiavi e che è libero solo chi osserva la sua parola. Oltretutto, è proprio la fedeltà ad Abramo che esige l’accettazione di Gesù; è un invito che l’evangelista fa ai figli di Abramo e anche a noi oggi: approfondire la conoscenza del Cristo rileggendo i testi biblici. Abramo, infatti, è il modello dell’uomo libero perché ha aderito intimamente a Dio, nonostante le fatiche, le difficoltà, le tentazioni e le fughe. La condizione per essere discepoli ed essere liberi è dimorare in Gesù, nel suo amore. Chi non accetta interiormente l’insegnamento di Gesù non progredisce nella conoscenza della Verità e della verità di sé stesso, che indica uno stile di vita corrispondente.
Gesù, nella casa del Padre, può renderci la vera libertà, anzi l’ha già fatto. Non illusioni. Siamo invitati, allora, a guardare dentro noi stessi e a chiederci qual è il “padre” che mettiamo davanti come ostacolo alla nostra vera libertà. Spesso capita che ci illudiamo di aver messo sani principi, valori, magari assunti dai nostri vissuti, ereditati dalla nostra famiglia. Chiediamo, però, al Signore di aiutarci a comprendere se è davvero lì la verità del nostro essere o se, di contro, siamo schiavi della menzogna del peccato, che ci uccide invece di amare. Infatti, se personalmente riconosco e assumo Dio come mio vero Padre, allora mi apro all’amore, ricevuto e donato.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Chi è il “padre mio” che metto davanti come ostacolo alla mia libertà?
In che modo posso oggi crescere nella conoscenza di Gesù?
Quando mi sono davvero aperto all’amore, ricevuto e donato?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Aprile
2025
Liberi perché liberati
commento di Gv 8,31-42, a cura di Marco Ruggiero