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Un uomo che non dissente è come un seme che non crescerà mai.
Bertrand Russell
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 7,40-53)
In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.
Mi lascio ispirare
Cosa vuol dire: «costui è davvero il profeta»? Si riferisce alla promessa fatta da Dio per la quale, morto Mosè, sarebbe sorto un profeta come lui a guidare il popolo di Israele, quindi qui si dice qualcosa di eccezionale, tanta era la stima e la lode di Gesù presso il popolo. Che cosa significa: «il Cristo»? Cristo è la traduzione greca della parola ebraica Messha, cioè l’unto, nel senso del “Consacrato”: anche oggi i sacerdoti e i re (pensate a Carlo III d’Inghilterra) sono consacrati con l’olio, unti. Ma noi conosciamo la risposta vera: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, come proclama Pietro, a nome degli apostoli.
Eppure proprio quelli che avrebbero dovuto più facilmente riconoscerlo, cioè le persone colte, quelle esperte di Scrittura, lo negano, trattando brutalmente gli altri. E il povero Nicodemo, che poi era uno di loro, viene umiliato: “studia e vedrai”. Vedrai cosa? Che abbiamo ragione noi, che lo neghiamo.
Mettersi dalla parte del Vangelo comporta anche il rischio, che a volte diviene realtà, di non essere compresi. Colui che riconosce Gesù è una trasparenza di Lui. E, come Lui, a volte non è accolto.
Me la sento di essere io stesso profeta, nel senso detto sopra? Ho il coraggio di “staccarmi dal gruppo”, per dire quello che nessuno se la sente di dire? Posso affrontare anche umiliazioni, come Nicodemo, per il nome di Gesù? Il mondo in cui noi viviamo ha bisogno di gente che sappia tirarsi fuori dal coro: e il coro dei nostri giorni è quello di coloro che credono di sapere chi è Gesù, perché hanno letto libri su di Lui, ma non lo hanno mai incontrato nell’esperienza della preghiera e della carità.
Ma per questo è necessario che anche il nostro incontro con Lui sia non “di testa” ma “di cuore”: si compie essenzialmente nell’ascolto quotidiano della Parola e nella celebrazione dell’Eucaristia, specialmente domenicale. Altrimenti penseremmo di conoscerlo, ma sarebbe un’illusione: proprio come quella degli scribi e dei farisei qui citati. Proclamiamo dunque, con la vita e con le parole, che è il Cristo, è la via, la verità e la vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ti sei sentito profeta?
Quando invece hai avuto paura di essere profeta?
In quale luogo della tua vita ti è più semplice incontrare il Signore col cuore e non con la testa?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Aprile
2025
Esci dal coro
commento di Gv 7,40-53, a cura di Ottavio De Bertolis SJ