
Foto di Rishabh Dharmani su Unsplash -
I find it hard to believe you don’t know the beauty you are,
But, if you don’t, let me be your eyes,
a hand to your darkness so you won’t be afraid.
When you think the night has seen your mind,
that inside you’re twisted and unkind,
let me stand to show that you are blind,
please, put down your hands ’cause I see you.
I’ll be your mirror (reflect what you are).
Trovo difficile credere che tu non sia consapevole della tua bellezza,
ma, se non lo sei, lascia che io sia i tuoi occhi,
una mano nel tuo buio, così che tu non abbia paura.
Quando credi che la notte abbia invaso la tua mente,
quando dentro sei confusa e abbrutita,
lascia che ti mostri che sei cieca,
per piacere, abbassa le tue mani, perché io ti vedo.
Sarò il tuo specchio (rifletterò ciò che sei)
Lou Reed, I’ll be your mirror
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 7,1-2.10.25-30)
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Mi lascio ispirare
«Quasi di nascosto» mi mostri chi sei, Signore. Mi liberi dalle idee che ho di te, dalle immagini distorte che sovrappongo al tuo volto, dalle costruzioni che ingombrano lo spazio che dovresti occupare in libertà e pienezza. «Quasi di nascosto» vieni ad abitare il mio cuore con levità e fortezza, delicato e fermo come l’amore tanto desiderato di cui mi ricolmi in ogni istante.
Parli liberamente benché tutto concorra a soffocarti: non sei come vorrei, non sei come avrei voluto; non sei come ti ho immaginato; non sei come ti costruisco. Semplicemente sei. Sei come ti ha voluto il Padre, sei come il Padre.
E a questo mistero mi accosto con meraviglia, Signore: non so da dove vieni, non so dove andrai, ma ora stai abitando la mia vita e tutto è vivo e vibrante e pieno – nel tuo nome.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ti è capitato di accorgerti che un cambiamento è avvenuto nella tua vita «quasi di nascosto», senza che te ne accorgessi?
Di quali immagini di Dio ti sei liberato? Quali, invece, non ti abbandonano?
In quale luogo della tua vita senti più forte la presenza del Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Aprile
2025
Tutto vivo nel tuo nome
commento di Gv 7,1-2.10.25-30, a cura di Verena M.