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Se c’è un significato nella vita, allora ci deve essere un significato nella sofferenza. La sofferenza è una parte inestirpabile della vita, così come il destino e la morte. Senza sofferenza e morte la vita umana non può essere completa.
Viktor Frankl, Uno psicologo nei lager
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11,29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Mi lascio ispirare
È difficile confrontarsi con le nostre ombre senza cadere nel moralismo. La parola “malvagio” rimanda a qualcosa di storto, deviato dal suo giusto orientamento. Spesso facciamo fatica a riconoscere questa realtà senza giudicarci severamente, senza pensare di essere intrinsecamente sbagliati, invece di accoglierla come parte della condizione umana.
La vita sembra spesso un gioco in cui se io vinco, tu perdi. Questo ci pone di fronte a una domanda profonda e inevitabile: come possiamo agire nel modo giusto? Quando scegliamo ciò che ci sembra bene, benché porti svantaggio a qualcun’altro, è giusto o no?
L’infinità delle combinazioni possibili non ci consente di dare regole da seguire. Ogni prova resta un goffo tentativo di classificare la multiformità del reale. Non c’è dubbio allora che stiamo semplicemente adottando il punto di vista sbagliato. Non c’è gioco, non c’è strategia, vantaggio o svantaggio… Siamo tutti nelle mani di Dio.
C’è una complessità di percorsi che si compenetrano e diventano inseparabili. E in questa complessità abbiamo certezza di non essere mai soli. L’unica via possibile è coltivare la relazione con Chi parla in noi e prestare ascolto in sincerità.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che sensazioni porta a galla l’idea di vederti “malvagio”?
In che occasione ti sei sentito “storto”? Quali azioni hanno portato le emozioni e i pensieri emersi?
Come reagisci davanti agli svantaggi che ti portano alcune scelte altrui?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Marzo
2025
Nelle mani di Dio
commento di Lc 11,29-32, a cura di Ettore Di Micco