Foto di Ilaria Zipponi -
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore
e posso navigare sotto una nuova stella polare.
Brunori SAS, L’albero delle noci
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,31-46)
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Mi lascio ispirare
Fare il bene non solo quando si è visti, ma sempre. Accorgersi, avere cura, nutrire, vestire, fare tutto il possibile per chiunque, non solo per persone importanti. Non agire aspettandosi di ricevere qualcosa in cambio, ma agire sinceramente e spontaneamente solo per il bene della persona di fronte a noi. Questo il messaggio di oggi.
Siamo in presenza di due schieramenti: i giusti assimilati alle pecore, che stanno alla destra del pastore, e gli ingiusti assimilati alle capre, che stanno invece alla sinistra del pastore. I giusti sono coloro che hanno fatto del bene a tanti fratelli, non solo a Gesù, e per questo sono benedetti dal Padre. Sembra poi esserci qualcosa in più da parte loro: il non rendersi conto di aver fatto del bene. È Gesù che deve spiegare loro che il bene fatto a uno qualunque dei suoi fratelli, soprattutto i più piccoli, è bene fatto a lui. Non se ne rendono conto perché viene in automatico: è ovvio, è scontato dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, accogliere gli stranieri, vestire le persone nude, visitare i malati e andare a trovare chi è in carcere. Questa la loro vera salvezza, e la loro vera felicità: fare del bene e non rendersene nemmeno conto. Essere portatori di un bene che viene in modo talmente gratuito e automatico da non rendersene conto.
Viceversa, gli ingiusti probabilmente si aspettano – avendo fatto del bene a Gesù – di entrare nel regno dei cieli. Ma questo non è bene gratuito! Aver fatto del bene a Gesù per assicurarsi un posto nel regno dei cieli non è il tipo di bene né il tipo di amore che sente e che insegna Gesù.
Gesù ci spinge a molto di più! Ad allargare e a estendere i nostri paradigmi d’amore e di bene, “l’architettura e le proporzioni” dei nostri cuori. A metterci in qualche modo in moto e in gioco. Non è sufficiente quello che pensiamo basti: non basta voler bene a Gesù, essergli fedele… lui ci sprona a molto di più! A fare tutto questo per i fratelli e le sorelle che vediamo in difficoltà. E a farlo, per quanto possibile, in modo autentico e gratuito.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che situazioni e in che ambiti della vita faccio del bene in maniera un po’ opportunistica?
In quali occasioni ho realizzato di aver fatto buone azioni senza nemmeno rendermene conto?
Quando mi capita di cambiare modalità di volere bene, magari a seconda dei contesti in cui sono? In che modo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Marzo
2025
Architettura del cuore
commento di Mt 25,31-46, a cura di Ilaria Zipponi