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Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno,
non si guardò neppure intorno,
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.
Fabrizio De Andrè, Il pescatore
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 6,1-6.16-18)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Mi lascio ispirare
Gesù ci ricorda quanto pericolosa possa essere una fede che punta sull’esteriorità religiosa. Elemosinare per sentirsi a posto con la propria coscienza, quando ciò che si offre sono briciole in confronto alle ricchezze possedute.
Digiunare facendosi vedere afflitti e malinconici, fa pensare invece a una forma di vittimismo che rischia di essere sin troppo diffusa ai giorni nostri: se abbiamo bisogno di attenzioni da parte del prossimo, non serve prendere in giro noi stessi e gli altri ostentando una sofferenza autoinflitta che non può che scandalizzare chi invece il dolore lo sperimenta concretamente sulla sua pelle.
Infine, la preghiera: quella autentica rifiuta ogni palcoscenico che, fungendo da altare del proprio ego, soffoca l’amore di Dio e del prossimo. Il Padre di Gesù e nostro abita nel cuore di chi prova a donarsi con tutta l’anima, anche quando le forze sembrano esaurirsi e la speranza sembra cedere di fronte al buio della rassegnazione.
La ricompensa più grande è contemplare la giustizia Dio qui sulla terra per essere davvero operatori di pace.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In cosa sono disposto a donarmi senza riserve?
Quale tipo di ricompensa mi aspetto quando scelgo il bene?
Che tipo di giustizia può guarire il mondo, oggi? Quali sono i primi, piccoli passi che posso fare io?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Marzo
2025
Nessuna scorciatoia per essere beati!
commento di Mt 6,1-6.16-18, a cura di Fabrizio Barbieri