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Ciò che seminai nell’ira crebbe in una notte rigogliosamente ma la pioggia lo distrusse. Ciò che seminai con amore germinò lentamente, maturò tardi ma in benedetta abbondanza.
Konrad Lorenz
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Mi lascio ispirare
Mi chiedo cos’abbiano provato: essere inviati da Cristo, l’uomo col cuore di Dio.
Sento che la strada verso ogni uomo è la strada giusta; sento lo stupore di sapere che Gesù mi chiede di preparargli il terreno incontrando, parlando, testimoniando. È leggero tutto questo: farà l’Amore attraverso me, non io per mia volontà.
E solo un cuore innamorato, che non può e non vuole trattenere per sé quello che ha ricevuto e provato, è disposto a sorridere a un lupo. Perché, se mi ascolto bene, lo so che la morte e il dolore non sono il prezzo peggiore: il prezzo peggiore è la paura che, per conservare la vita, io viva a metà, chiudendo le porte del cuore all’Amore, cieco di luce, freddo senza calore.
Donami di inchinare la testa, armami di fede e umiltà: fa’ di me un altro operaio, un altro mattone che costruisce la Tua casa in Terra, Signore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Provo a vedere la mia vita da fuori, come un film: chi è la persona, qual è il luogo, in cui mi sento o mi viene richiesto di riversare Amore?
Mi immagino solo e disarmato davanti a un aggressore: cosa sento? Cosa faccio? Ora immagino lo stesso, ma con Gesù in carne e ossa al mio fianco: come mi sento? Cosa faccio?
Forse mi percepisco tale, ma Cristo dice che non cammino da solo: chi è questo “due” per me?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Febbraio
2025
Il coraggio di uscire dal guscio
commento di Lc 10,1-9, a cura di Giovanni Stefani