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Se mi avete dato tutto il mondo, ma non il cuore, non mi avete dato niente.
Don Primo Mazzolari
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Mi lascio ispirare
Cosa vuol dire essere cristiani? Il tempo storico che viviamo ha reso questa domanda più stringente rispetto al passato. La società plurale nella quale viviamo, con i modelli e gli stili di vita alternativi, i simboli di successo che propone, ha relativizzato la fede e la vita cristiane: sono una possibilità tra tante altre. La complessità e il pluralismo non sono però presenti solo intorno a noi. Anche nel nostro cuore convivono voci “che credono”, altre “incredule”, altre ancora indifferenti, e persino alcune che si ribellano e non accettano il Signore. Potremmo scoprire che il nostro cuore riflette il mosaico della realtà ed essere sfidati a ricondurlo a unità, con pazienza e umiltà.
Come hanno sperimentato i Dodici, la sequela del Signore non è solo stare con lui ma è anche andare nel mondo, facendo esperienza di rifiuto. Come loro, anche noi nel nostro tempo.
Gesù fornisce qualche criterio per agire nella frammentarietà del mondo, cogliendo l’occasione di essere significativi.
Il primo è la testimonianza di comunità: i dodici non sono inviati come singoli, ma a due a due. Il primo segno che diamo è la relazione bella e buona con chi condivide il nostro cammino di fede.
Il secondo è l’essenzialità: in un tempo nel quale siamo considerati in misura della nostra capacità di spesa, siamo apprezzati in relazione a quel che possiamo consumare, la scelta dell’essenzialità è controculturale e può interrogare le persone che ci incontrano.
Il terzo criterio è di rimanere fedeli alle relazioni nei luoghi che ci accolgono. Prima ancora di saper accogliere il rifiuto, i discepoli sono chiamati a stare nelle case nelle quali entrano.
Forse solo così la parola che annuncia il Regno, l’azione che riconcilia e quella che guarisce possono diventare significative e rimandare ad Altro-da-noi, a quel Signore della Vita che ci chiama a essere suoi collaboratori di pace e di giustizia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono state le persone significative nel tuo percorso di vita? Che qualità possedevano?
La parte di mondo nella quale stai vivendo in questa fase della tua vita quali bellezze possiede? Quali sfide pone alla tua fede?
Alla spinta interiore che forse ti invita a consumare e consumare, quali parole puoi rivolgere per vivere in modo gioioso una certa essenzialità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
6
Febbraio
2025
Il mosaico del nostro cuore
commento di Mc 6,7-13, a cura di Diego Mattei SJ