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Il dubbio è apertura. E l’apertura è tolleranza.
Luciano De Crescenzo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 2,13-17)
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Mi lascio ispirare
Nel mio tragitto verso casa devo passare davanti al tavolo delle tasse. Devo passarci, ma ne farei volentieri a meno, perché ogni volta, al vederlo, mi assale un senso di sdegno misto a rabbia. Mi chiedo come possa un uomo dal nome così giudaico, Levi, raccogliere le tasse per i nostri nemici, i romani. Si può essere a tal punto traditori del proprio popolo?
Vedo quelle mani impure prendere le monete della povera gente e metterle da parte, facendone delle pile: alcune per sé, altre per i nostri oppressori. Ecco come definirei Levi: traditore e collaborazionista, una persona che merita solo disprezzo.
Oggi, però, non capisco più niente: uno di noi, quel Gesù che la folla considera uomo di Dio, se non addirittura il Messia, chiama Levi a seguirlo e poi, come se non fosse abbastanza, accetta l’invito a casa sua. Mi chiedo se non sia pazzo, a perdere la propria reputazione per una persona tanto miserabile. Almeno lo facesse per denaro, capirei: il denaro luccica, ha conquistato a sé Levi e quelli come lui. Anche se io non scenderei tanto in basso per arricchirmi, devo ammettere che, sì, i soldi mi tentano, come penso tentino un po’ tutti. Eppure, a essere onesto, non ho nessun motivo per pensare che Gesù si sieda a tavola di quell’uomo per denaro. Egli ne è libero, vive con poco, cerca altro. Che cosa cerca?
E io che cosa cerco? Io che passo per la strada ad osservare, a esprimere giudizi, che cosa sto cercando?
Tante certezze che avevo, le ho perse lungo la strada, la strada di casa.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della tua quotidianità “qualcosa non quadra”?
Quando ti è capitato di mettere in discussione i tuoi giudizi?
Che cosa scopri di te e che cosa provi, quando lasci le tue certezze?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Gennaio
2025
La via aperta dal dubbio
commento di Mc 2,13-17, a cura di Stefano Corticelli SJ