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Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele.
Dolly Parton
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 2,13-18)
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».
Mi lascio ispirare
Dio che si fa piccolo, bisognoso di aiuto. Un bambino, che necessita di cure e attenzioni, che non può salvarsi da solo, debole e indifeso.
Erode e Giuseppe, due figure di uomini a confronto che dallo stesso inaspettato evento, la nascita di un bambino, prendono strade opposte. L’uomo che reagisce con prepotenza e violenza a una situazione che non si aspettava e in qualche modo che gli sconvolge la vita, entrando in un circolo vizioso di ripiegamento su sé stesso che si riflette in morte per sé e per altri; e l’uomo che si prende cura, che sa prendere bene quello che la vita gli offre seppur con rischi e paure, che sa cambiare i suoi piani con uno sguardo di fiducia verso futuro e verso una promessa di vita.
Davanti a questo scenario, davanti agli scenari che possono presentarsi nella nostra vita e che in qualche modo la cambiano, magari proprio in modi che non avremmo mai pensato, davanti a questo Dio che si fa piccolo e fragile, ci viene ricordato che la vera forza sta nell’amore che si prende cura, che accoglie, che sa trasformare ogni paura in una promessa di speranza e che nasce e cresce dentro di noi quanto più siamo disposti a fargli spazio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come ti senti di solito quando qualcosa di inaspettato accade nella tua vita?
Quando ti è capitato di rifiutare un'opportunità per paura del futuro?
In quale situazione hai notato un cambiamento che inizialmente ti sembrava negativo trasformarsi in qualcosa di positivo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
28
Dicembre
2024
Dove soffia la vita
commento di Mt 2,13-18, a cura di Tomaso Roncallo