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Con il cuore che ho,
con quello ti amerò.
Vinicio Capossela – Con i tasti che ci abbiamo
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Mi lascio ispirare
Giovanni ci prepara ad accogliere il Messia in questo tempo di Attesa. Vanno tutti da lui con la stessa domanda. Quando sono confusa, e non so cosa fare, io a chi mi rivolgo?
E la risposta di Giovanni è liberante. Prima di tutto, parti da quello che hai. Ama con quello che hai, come sei. Non ci è richiesto chissà cosa. Allo stesso modo, non pretendiamo dagli altri più di quello che possono darci. Inizia da qui il cambiamento che cerchiamo, non dobbiamo aspettare nessuna condizione ideale. Gesù viene per tutti.
Quanta umiltà c’è poi in Giovanni. Riconosce la fame di questo popolo che non sa bene chi o cosa at-tendere, verso dove andare. Ma lui non è l’influencer di turno con la ricetta per la felicità. Sa che non può salvarli, è un altro che ci salva. Rifiuta quel ruolo, lui che la porta la parola di Dio, da profeta, ci insegna a fare spazio all’azione della Parola Viva che è Cristo.
E cosa fa la Parola? Distingue. Il grano si batteva a terra nell’aia per separare i chicchi dallo stelo, dalla paglia, e dalla pula. È un’immagine molto dura, ma fa parte del processo che ci raccoglie e custodisce nelle Sue mani per essere nutrimento. Cosa dobbiamo fare allora? Lasciarci battezzare, raggiungere. Presentarci a Cristo e vivere tutto con Lui, che significa riconoscersi dono per altri. A partire proprio dal cuore che abbiamo. Consegnando tutti i vuoti e la polvere accumulata dentro. Il fuoco purifica, e lo Spirito è la relazione che ci trasforma.
Sono come uno strumento a fiato… prendono senso anche i miei vuoti, tutto quello che penso mi manchi. I miei limiti sono lo spazio per chiedere ai miei fratelli, e a Te, per quello di cui c’è bisogno. E arrivare insieme a una bella melodia ri-trovata.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che cosa pensi di dover fare, e stai rimandando a un tempo più opportuno?
A chi ti rivolgi nei momenti di difficoltà?
Quali doni offerti e ricevuti hanno bisogno di essere “scartati”?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Dicembre
2024
Con quello che ho
commento di Lc 3,10-18, a cura di Caterina Bruno