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Ho abbandonato la pesca il giorno in cui mi sono accorto che mentre li pescavo, i pesci non si agitavano dalla gioia.
Louis de Funès
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 4,18-22)
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Mi lascio ispirare
Sulla barca, non troppo distanti dalla riva, Simone e Andrea gettano ancora una volta le reti al di sopra delle acque scure del lago, mosso appena dalla fresca brezza del mattino. Un gesto ben coordinato, un gesto da professionisti. Una voce dalla spiaggia: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Stupore. Una prospettiva davvero curiosa. Chissà cos’hanno capito! Ad andare dietro a Gesù si affina l’arte antica di lanciare reti sugli altri e, fattili in qualche modo prigionieri, si può prendere il tempo per valutare chi tenere e chi scartare, chi serve e chi no?…
E così gli altri due fratelli, chiamati nel paziente lavoro di risistemare le reti, hanno forse tirato un bel sospiro di sollievo? Questo passante così originale ci dà un’ottima scusa per levare le tende! Possiamo finalmente andarcene a fare altro, senza dubbio qualcosa di meno noioso che rassettare delle vecchie reti tutte intrecciate…
Anche oggi ci vengono offerte tante possibili letture. Se ce lo concediamo, possono rilanciare la nostra libertà, stimolare la nostra immaginazione, a partire dai nostri schemi, attese, paure e desideri. Senz’altro ci presentano un Signore che non chiama i suoi compagni mentre sono soli e sfaccendati. Sembra che il nostro lavoro, le nostre inclinazioni e le nostre attività per lui siano interessanti. Si ferma a guardare e poi chiama. Sembra che il Vangelo si possa tradurre e rilanciare proprio a partire da quello che noi oggi siamo, da quello che già stiamo facendo, collaborando con altri. Un cammino che poi si definirà sempre meglio, passo dopo passo.
E che bello sognare che chi era partito come pescatore di pesci possa sempre più liberamente e consapevolmente soccorrere i fratelli che stanno affogando, aiutare in qualche modo le sorelle che si stanno perdendo, collaborare umilmente per la liberazione di ciascuno! E intravvedere che gli energici sistematori di reti potranno diventare pian piano sapienti riparatori di brecce, gioiosi restauratori di case in rovina…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Perché seguire il Signore? Cosa sento che mi propone?
Come comprendo questo fatto del «vi farò pescatori di uomini»? Come si può ricollegare alla mia vita, al mio lavoro, alle mie attitudini?
Chi sono i compagni che ho incontrato recentemente nella sequela del Signore? Rispetto a quali situazioni o relazioni ho trovato una nuova distanza?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Novembre
2024
La gioia di pescare sul serio
commento di Mt 4,18-22, a cura di Matteo Suffritti SJ