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È questo tempo di passaggio tra quello che sono stato negli ultimi anni e quello che sarò, è la costruzione del nuovo me, ecco cosa mi terrorizza veramente.
Daniele Mencarelli, La casa degli sguardi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Luca 21, 5-11)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Mi lascio ispirare
Il mio sguardo è catturato dalle pietre preziose e dalla bellezza del tempio che ben rappresenta qualcosa che ho contribuito a formare nel tempo, come le relazioni o i “traguardi” personali, familiari e professionali.
Questo ambiente rimarrebbe tranquillo se non fosse che Gesù, grazie alle parole che sa esprimere un amico, mi dice in anticipo che tutto è in procinto di crollare. Ora mi rivedo timoroso e titubante all’idea di abbandonare il tempio.
In questo momento di difficoltà, ormai fuori dal tempio, nel mio cammino, apparentemente da solo ma accompagnato da Gesù, posso sentire tutte le emozioni che emergono pian piano.
Alcune emozioni brillano quanto le pietre del tempio ma prevale una sensazione di fondo di amarezza e, ascoltandole meglio, sento di più il bisogno di agire contro di loro. Altre emozioni, invece, smuovono prima qualcosa nel mio intimo e, malgrado la fatica, danno poi la forza fisica a camminare di più verso una direzione.
Mi ritrovo affaticato e soddisfatto e vedo in lontananza, nel luogo del tempio, un cumulo di macerie destinato a diventare polvere. L’invito mi ha reso libero donandomi la capacità di ascoltare le emozioni accogliendo quelle che nel tempo diventano autentiche e che realizzo dove rivedo Gesù: nell’incontro di ogni giorno con il prossimo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come rappresenteresti il tuo tempio?
Quali sensazioni provi parlando con Gesù all’interno del tempio?
Quali emozioni percepisci decidendo di andare via dal tempio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
26
Novembre
2024
Ascoltarsi per uscire dal tempio
commento di Luca 21, 5-11, a cura di Marco Passalacqua